Pordenone. Manager d’oro, ecco gli stipendi

Sono i manager di punta degli enti pubblici o parapubblici della provincia di Pordenone. Professionisti che incassano emolumenti non inferiori ai 120 mila euro l’anno, che, in tempi di crisi economica, non sono pochi. Tanto da provocare polemiche sul fatto che i loro stipendi siano sopravvalutati rispetto a quelli dei manager, con profili simili, delle aziende private. Secondo una indagine condotta da Bankitalia, gli stipendi dei dipendenti pubblici sono cresciuti in media dal 2002 al 2010 di ben oltre il 22 per cento, rispetto al più basso 10,5 per cento di aumento medio lordo su base annua dei colleghi del settore privato.
Viene inoltre evidenziato che, a fronte delle minori ore lavorative del pubblico (36 settimanali contro le 48 dei privati), si ha invece un aumento più che doppio delle retribuzioni lorde. Si è passati, infatti, dai 23 mila 813 euro lordi annui, in media, a 29 mila 165 euro, con grandi differenze all’interno dei comparti, contro l’aumento da 21 mila 47 euro a 23 mila 275 euro lordi medi annui. Tendenze che, nei prossimi anni, dovranno tenere conto del blocco fino al 2013 delle rivalutazioni degli stipendi del settore pubblico.
Ritornando in provincia, dall’analisi dei dati pubblicati sui siti internet, in ossequio ai principi della trasparenza, il manager con maggiore retribuzione è il segretario generale della Provincia, Giovanni Blarasin, che percepisce 186 mila 256,69 euro lordi l’anno, pari a più di 15 mila euro al mese. Nel 2010 allo stipendio tabellare ha aggiunto il ruolo di direttore generale (49 mila 688 euro di premio), l’indennità di posizione (47 mila 604), quella di risultato (11 mila 969) e i diritti derivanti dai rogiti effettuati (33 mila 683 euro). Alle sue spalle il direttore generale del Comune di Pordenone, Paolo Gini, che percepisce 183 mila 599 euro lordi l’anno, dei quali 48 mila 386 per la carica di direttore generale e 34 mila euro come diritti di segreteria.
Intorno ai 150 mila euro, tenuto conto dell’indennità di risultato, lo stipendio del direttore generale del Cro di Aviano, Piero Cappelletti, mentre il direttore scientifico, Paolo De Paoli, percepisce 174 mila 304 euro l’anno. Collocati su una base di 130 mila 728 euro gli stipendi dei direttori generali dell’Azienda ospedaliera, Luciano Zanelli, e dell’Azienda per i servizi sanitari, Giuseppe Tonutti, i quali, però, sommano l’eventuale indennità di risultato. Più bassa la paga della segretaria generale della Camera di commercio, Emanuela Fattorel, che dichiara un introito annuo lordo di 120 mila 762 euro, con una parte di indennità di risultato corrispondente a 25 mila euro.
Un caso peculiare è quello di Vincenzo Milanese, andato in pensione da direttore generale dell’Atap, ma rientrato subito dopo in azienda come consulente, grazie a un contratto dirigenziale triennale, per un importo di 145 mila euro l’anno. Una scelta motivata dalla necessità di accompagnare Atap verso la gara per il trasporto pubblico locale. Una procedura che apre però il dibattito sull’opportunità di prevedere amministratori unici invece che dirigenti, presidente e consiglieri che incidono molto di più sulla gestione.
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