Pordenone laboratorio del partito della Nazione

Forza Italia medita lo strappo con Ciriani e la nascita di un nuovo asse centrista. Le comunali possono rappresentare le prove tecniche in vista delle regionali
20070611 - GENOVA - POL - BALLOTTAGGI: SEGGI CHIUSI, AL VIA OPERAZIONI SCRUTINIO - Ballottaggio per la Provincia di Genova. Lo scrutinio delle schede. Alle ore 15 sono stati chiusi i seggi per il turno di ballottaggio che ha interessato 69 Comuni, di cui 8 capoluoghi, e la Provincia di Genova. Subito dopo la chiusura della votazione sono iniziate, in tutte le sezioni, le operazioni di riscontro: ovvero l'accertamento del numero di coloro che hanno votato e il conteggio delle schede rimaste per accertare che il loro numero corrisponda con quello degli elettori della sezione che non hanno votato per questo turno. LUCA ZENNARO/ ANSA /BGG....
20070611 - GENOVA - POL - BALLOTTAGGI: SEGGI CHIUSI, AL VIA OPERAZIONI SCRUTINIO - Ballottaggio per la Provincia di Genova. Lo scrutinio delle schede. Alle ore 15 sono stati chiusi i seggi per il turno di ballottaggio che ha interessato 69 Comuni, di cui 8 capoluoghi, e la Provincia di Genova. Subito dopo la chiusura della votazione sono iniziate, in tutte le sezioni, le operazioni di riscontro: ovvero l'accertamento del numero di coloro che hanno votato e il conteggio delle schede rimaste per accertare che il loro numero corrisponda con quello degli elettori della sezione che non hanno votato per questo turno. LUCA ZENNARO/ ANSA /BGG....

UDINE. Lo strappo è più vicino di quanto sembri. Forza Italia a Pordenone pensa seriamente di abbandonare al proprio destino Alessandro Ciriani. Certamente gli azzurri hanno bisogno di un loro candidato (convincere Elio De Anna a scendere in campo o puntare su Francesco Giannelli paiono le soluzioni più probabili), ma il malessere tra i forzisti del Fvg è chiaro e sempre più diffuso.

Le beghe romane con la rottura tra Berlusconi, Salvini e Meloni hanno senza dubbio il loro peso, ma al di là delle alleanze per le amministrative il vero problema dentro Forza Italia – a Roma come a Nordest – è essenzialmente politico e di prospettiva.

Un conto, è il ragionamento che filtra, è schierarsi al fianco di una Lega federalista, un altro anche soltanto pensare di amministrare città (o il Paese) con un Carroccio sempre più vicino a posizioni lepeniste.

Se poi ci aggiungiamo la deriva di Fratelli d’Italia – ben lontana dalla destra europea e moderna pensata da Gianfranco Fini prima del suo suicidio politico –, il quadro per ampie fette di azzurri locali è tracciato: potremo anche vincere, ma non saremo mai in grado di governare con efficacia.

Azzurri e padani compatti su Dipiazza, ma scatta la “conta”
Placeholder

C’è troppa destra, in estrema sintesi, in questa alleanza e c’è bisogno di altro. E qui le strade divergono, ma puntano sempre a un recupero al centro. Dentro Forza Italia il dibattito si divide tra chi spinge per muoversi al fianco del governatore ligure Giovanni Toti, favorevole all’asse con il collega lombardo Roberto Maroni per un centrodestra svincolato dal binomio Salvini-Meloni, e chi strizza l’occhio al caro, vecchio e mai sopito del tutto Partito della Nazione.

Lo strappo tra Salvini e Berlusconi, d’altronde, riapre vecchi scenari e anche le parole di Serracchiani che a Porta a Porta – semplificando – ha spiegato come fosse meglio il Cavaliere dei due enfants prodige del centrodestra mescola le carte e riporta indietro le lancette dell’orologio.

Impossibile, poi, che il mutare degli equilibri a Roma non tocchi il Fvg e, in particolare, Pordenone. Dove, vale la pena ricordarlo, Ciriani non rappresenta una scelta di partito, divide, e parecchio, per la sua storia di “pura” destra ed è stato accettato senza troppo entusiasmo – per utilizzare un eufemismo – sia da Forza Italia che da alcuni settori dell Lega come dimostra la fuga di Muzzin, Brusadin e Piccinato.

Perchè dunque, ragionano in tanti all’interno degli azzurri, non provare a trasformare il Noncello in un nuovo laboratorio politico, anche se questo dovesse rappresentare soltanto un assetto temporaneo? Bisognerà andare a trattare – in primis con l’uomo forte del Pd nel Pordenonese, il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello – riprendendo un discorso già avviato prima della candidatura di Daniela Giust e capire gli spazi di manovra, ma ormai il dado forzista sembra essere stato tratto a meno che Ciriani non riesca a ricompattare il fronte in extremis.

Un accordo momentaneo necessario a capire se il Partito della Nazione 2.0 regge e, allo stesso tempo, lanciare un messaggio a tutto il centrodestra: per governare occorre fare davvero fronte comune evitando gli estremismi, a parità di condizioni e senza alcuna golden share meloniana o salviniana.

Un risiko complicato, in cui tutte le tessere del mosaico devono andare al loro posto a meno di tre mesi dal voto. Potrebbe anche saltare tutto restando con gli assetti attuali, ma senza che Forza Italia si impegni sul serio, sul territorio, per portare acqua al mulino di Ciriani.

A tutto vantaggio della candidata del centrosinistra Giust e con la conseguente consegna del municipio nelle mani del Pd. Un sacrificio, comunque, accettabile secondo qualche azzurro.

Perchè il bottino grosso di queste amministrative è Trieste, non Pordenone, ma soprattutto in ottica futura dove nel 2018 – al netto di anticipi – la partita si giocherà su tre tavoli contemporaneamente: comunali a Udine, regionali e politiche. «E così come siamo messi oggi – si sussurra tra i forzisti – rischiamo un bagno di sangue.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:politica

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto