Azzurri e padani compatti su Dipiazza, ma scatta la “conta”
UDINE. Il Fvg è una regione piccola, ma mai come oggi Pordenone sembra posta a distanza siderale da Trieste. Politicamente, non come geografia, e, soprattutto, dentro al centrodestra.
Se in riva al Noncello, infatti, Forza Italia pensa al “grande strappo” e ad andare in solitaria, Roberto Dipiazza sulle Rive viaggia verso l’appuntamento elettorale di giugno con l’appoggio, concreto, di tutti i partiti di centrodestra oltre che della sua civica.
La storia della candidatura di Dipiazza, d’altronde, è profondamente diversa da quella di Ciriani. Per quanto sia stato eletto in Regione tra le fila di Autonomia responsabile è un berlusconiano doc, ha ottenuto l’avallo dello stesso Cavaliere, si è già seduto sulla poltrona di sindaco di Trieste e in città è ancora particolarmente amato oltre che rimpianto da alcuni settori del capoluogo.
Ma Trieste è anche, per non dire soprattutto, il vero campo di battaglia su cui si giocheranno le ambizioni del centrodestra di cominciare il lavoro ai fianchi della giunta Serracchiani e lanciare la rincorsa a piazza Unità per riprendersi lo scranno della presidenza regionale.
Bisogna vincere, quindi, a tutti i costi, strappando al centrosinistra la città dopo cinque anni di amministrazione targata Roberto Cosolini per infilare una spina di spessore assoluto – parliamo della seconda carica più importante del Fvg – nel fianco della maggioranza che governa a piazza Oberdan. Trieste, però, è anche il banco di prova su cui il centrodestra ha deciso di misurarsi davvero al suo interno, di provare a capire pesi e contrappesi e, in base ai numeri, gestire i rapporti da qui al 2018.
Forza Italia e Lega, in particolare, giocano una corsa a due all’interno del patto elettorale in cui l’obiettivo, da una parte e dall’altra, è quello di prendere un voto più dell’alleato-avversario. E sono gli azzurri, in particolare, a sapere di dover dimostrare, con le percentuali ai seggi, di non essere stati superati a destra dal Carroccio. Forza Italia ha bisogno di vincere il braccio di ferro con la Lega per prendersi, in caso di successo, il ruolo di vicesindaco, ma soprattutto tessere la tela in vista delle regionali e delle politiche.
Battere il segretario regionale padano Massimiliano Fedriga nella “sua” Trieste, infatti, permetterebbe all’establishment azzurro di dimostrare che senza Forza Italia non si va da nessuna parte e che nel centrodestra sono ancora i berlusconiani a dettare il ritmo di gioco in Fvg. Una fiche dal valore inestimabile da puntare al momento della scelta del candidato alla presidenza della Regione: il vero traguardo di lungo termine per il quale le amministrative di giugno rappresentano poco più di una tappa intermedia.
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