Pordenone, giù i primi tigli in via Cappuccini

Lavori tra le polemiche. Il sindaco Ciriani a Salvador: «Al quartiere serve la rete fognaria»

“Spero che il legno dei tigli vi possa servire per farvi la bara!”. No, non si può dire che il quartiere l’abbia presa bene.

Lunedì mattina, giorno uno dei lavori e del taglio degli alberi, la gente di via Cappuccini si è resa effettivamente conto che, dopo anni di discussioni, alle parole sarebbero seguiti i fatti. E si è divisa: pro o contro la linea dell’amministrazione comunale. Fino a posizioni estreme, come quella suddetta.

«Ecco il rimedio per non abbattere i tigli»


La chiusura del sottopasso, in via Cappuccini, è avvenuta poco dopo le 9, per dar modo a chi doveva recarsi in ufficio di poter transitare liberamente. I primi effetti si sono visti nel pomeriggio, con traffico aumentato e code in viale Grigoletti e viale Treviso. Nulla, però, di trascendentale, almeno sinora.

Nel frattempo il sindaco Alessandro Ciriani ha risposto alle critiche espresse 24 ore prima da Marco Salvador (lista civica Pn1291). Questi, dal fronte dell’opposizione, gli aveva dato del “lucky guy”, ragazzo fortunato, perchè quando Pedrotti, messo alle strette dal patto di stabilità, era riuscito a trovare i soldi e voleva sacrificare 12 tigli apriti cielo, mentre ora che Ciriani ne fa abbattere 37 «tutti zitti».

«Salvador dice che sono fortunato perché ho intercettato i soldi messi da Pedrotti per via Cappuccini? È il più grande atto d’accusa nei confronti dell’amministrazione precedente, di cui il consigliere faceva parte – ha replicato il sindaco –. Infatti loro avevano acceso nel 2012 un mutuo, dunque una spesa, per un’opera che non hanno mai realizzato. Tanto che abbiamo dovuto aggiungere 70 mila euro al quadro economico iniziale perché nel frattempo sono maturati gli interessi.

Salvador si assuma le sue responsabilità: non hanno fatto la riqualificazione di via Cappuccini per negligenza e pavidità politica, per paura di tagliare gli alberi, operazione che non crea consenso ma che è necessaria per creare fognature e sottoservizi. Loro hanno spostato i soldi per via Cappuccini da un capitolo all’altro del bilancio per ragioni prettamente elettoralistiche. Prima li hanno messi, poi li hanno spostati, poi li hanno rimessi a ridosso delle elezioni. Al contrario, noi ci siamo assunti il coraggio e la responsabilità politica di agire».

Quanto al patto di stabilità, «esiste il bilancio armonizzato le cui regole stringenti e severissime non sono diverse dal patto di stabilità. E poi, il patto di stabilità mira a non contrarre mutui e se loro lo hanno accesso significa che quell’opera la potevano fare (...) Il progetto è frutto non certo dell’improvvisazione, ma di un pool di professionisti seri e preparati, dagli ingegneri ai geologi, che hanno valutato ogni possibile alternativa al taglio degli alberi. Ma, appunto, non c’era nessuna alternativa».

« Il taglio – secondo il sindaco – è indispensabile per poter posare le fognature e le condutture delle acque meteoriche per impedire che i liquami prodotti dai cittadini finiscano nel Noncello ed evitare dissesti idrogeologici dovuti al mancato governo delle acque meteoriche. (...) Capisco il dispiacere per gli alberi, ma ci si deve anche rendere conto che i nostri liquami non possono finire nel fiume. Gli alberi si tagliano e poi si ripiantano per permettere dei fare manutenzioni alla città che altrimenti rischia di decadere».

Il sindaco ha rivendicato come sia cresciuto il patrimonio arboreo complessivo («In un anno e mezzo abbiamo piantato duemila alberi») annunciando che «ripianteremo gli alberi anche in via Cappuccini, ma di altro tipo. Non i tigli perché le loro radici invasive sono prima o poi disastrose per strade e marciapiedi».

Il problema sarà farlo accettare all’estensore del cartello e a chi, nel quartiere, come per esempio Angela Da Re, è convinto da anni, sin dai primi discorsi sul tema, che «se si fosse voluto davvero, un’altra soluzione si sarebbe potuta trovare».

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