Pordenone è la capitale della chirurgia della mano

PORDENONE. Più di 500 medici specialisti da tutta Italia e una delegazione statunitense sono attesi l’anno prossimo a Pordenone per il congresso nazionale di chirurgia della mano.
È la prima volta che la città ospita l’evento, di caratura internazionale vista la variegata provenienza dei relatori. Spagna, Usa, Svizzera, Germania sono le nazioni rappresentate. Le date da segnare sul calendario vanno dal 4 al 6 ottobre 2018.
Al di là del prestigio che porterà ospitare una manifestazione così importante a Pordenone, sono incontestabili i benefici che ne deriveranno per l’indotto in città e nell’hinterland pordenonese, dalle attività di ristorazione alle strutture alberghiere.
L’evento è stato presentato dal primario di chirurgia della mano Alberto De Mas nei giorni scorsi a Modena, che ha ospitato il congresso nazionale del 2017.
Se la candidatura del capoluogo del Friuli occidentale e è stata accolta con entusiasmo dalla società italiana di chirurgia della mano, il merito è della chiara fama del reparto pordenonese diretto da De Mas, centro regionale di riferimento per la chirurgia della mano.
Una struttura all’avanguardia, in contatto con le unità operative analoghe in Italia e all’estero. Basti pensare al rapporto di scambio scientifico che intercorre con la Mayo clinic di Rochester in Minnesota, una delle più rinomate d’America, che ha ospitato una delegazione di medici pordenonesi, De Mas in testa.
Dal 2010 al centro di riferimento regionale per la chirurgia della mano in riva al Noncello si praticano anche trattamenti innovativi, oltre alle operazioni chirurgiche, come la collagenesi, per curare la retrazione delle dita che si verifica per esempio nel morbo di Dupuytren (una malattia invalidante che colpisce anche persone giovani e con una frequenza maggiore di quanto ci si aspetterebbe).
«Rispetto all’anno scorso – elenca qualche numero il primario De Mas – abbiamo eseguito circa 2.500 interventi chirurgici, compresa l’attività ambulatoriale di Sacile, il day surgery, i ricoveri ordinari e le patologie d’urgenza, come i reimpianti.
Ci occupiamo di lesioni traumatiche complesse, come fratture e amputazioni, ma anche del trattamento di malattie degenerative, come l’artrosi. In lista d’attesa abbiamo 350 interventi per patologie d’elezione, non gravi».
I chirurghi della mano pordenonesi garantiscono, inoltre, anche la reperibilità 24 ore su 24, visto che arrivano al Santa Maria degli Angeli pazienti con lesioni gravi o amputazioni dall’intero Triveneto.
Assicurano le visite ambulatoriali e vengono spesso chiamati per un consulto specialistico al pronto soccorso, anche per problemi di piccolo conto, che riguardano, però, il loro ambito di competenza.
«Fra codici bianchi, verdi e gialli – stima il primario De Mas – eroghiamo fra le 1.500 e le 1.600 prestazioni l’anno».
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