Pordenone, dichiarato il fallimento dell’ex Onda

L’azienda di telefonia, divenuta successivamente Telecomunicazioni industriali, era stata fondata dal presidente di Unindustria Agrusti

PORDENONE. Cala il sipario su Telecomunicazioni industriali spa in liquidazione, l’ex Onda fondata dal presidente di Unindustria Michelangelo Agrusti.

Il tribunale di Pordenone (presidente Francesco Pedoja, a latere Martina Gasparini e Francesco Petrucco Toffolo), preso atto della non approvazione della proposta di concordato preventivo e della richiesta di dichiarazione di fallimento depositata dalla procura, alla quale ha aderito la stessa società, ne ha dichiarato il crac. A cascata dovrebbero “spegnersi” pure i progetti dei due rami d’azienda, quello commerciale e quello tecnico, che ne avevano rilevato in affitto l’attività, affitto con obiettivo l’acquisto, subordinato al buon esito del concordato.
Il commissario giudiziale, Giorgio Amadio, si trasforma in curatore fallimentare, il liquidatore Alessandro Marani Tassinari gli passerà stamattina le consegne. Amadio avrà tempo fino al 26 febbraio, data fissata per l’adunanza dei creditori, per accertare i debiti della società e predisporre un piano di riparto tra i creditori.

Il fondo americano Globiana Llc, che rivendicava 2,5 milioni di euro volendo ritirarsi dal progetto di rilancio, se li potrà riprendere dal conto corrente aperto alla Cassa di risparmio di Venezia. Il che vuol dire tramonto anche per le newco, Omc e Overit, la prima con sede all’ex Onda di Roveredo, la seconda a Fiume Veneto.

L’avvocato Roberto Casucci, che aveva predisposto il piano di concordato preventivo (bocciato dai creditori, comprese cinque banche esposte per 9 milioni di euro, come Mediocredito 2,3 milioni di euro, Bnl 3,1, Popolare Antonveneta 3,3, Unicredit 2,6, Cassa di risparmio Fvg 2,5, Veneto Banca uno) non ha vinto la corsa contro il tempo. Nessun nuovo progetto. Non c’erano margini.

«Leggeremo il provvedimento completo del tribunale. Confermo l’adesione della società al fallimento, per mancata approvazione del concordato preventivo da parte dei creditori non privilegiati e la mancata presentazione di nuova domanda di concordato anche per mancanza di tempo tecnico».

Restano aperte molteplici questioni. In primis l’esito dell’accertamento dell’Agenzia delle entrate, contestato nel merito e nel metodo dalla spa, che riguarda il presunto debito di 6,9 milioni nei confronti del fisco. Resta aperta l’indagine della procura di Pordenone su una presunta frode fiscale attraverso operazioni cartiere.

Restano aperti i contenziosi con grosse società internazionali di telefonia. Resta incerto il futuro dei dipendenti, 13 alla Omc e 11 alla Overit, per i quali dovrebbe essere aperta la procedura di mobilità.
 

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