Pordenone calcio, una festa e 3 sogni: «Lo stadio, la “A” e il simbolo del Cro»

“Esilio” a Udine da accorciare. Lovisa: «Vediamo quale giudice ci vieterà di portare sulla maglia i valori di questi ragazzi»

PORDENONE. «Stiamo lavorando per portare in città il prima possibile il Pordenone e dargli una nuova casa».

I ramarri hanno festeggiato la promozione in serie B in una piazza XX Settembre gremita e il sindaco, Alessandro Ciriani, ha fatto capire che il trasferimento al Friuli intende farlo durare il meno possibile. L’annuncio è arrivato nel cuore della città, in una serata in cui la gente si è stretta attorno alla sua squadra.

«Sembrava un sogno quello che stiamo vivendo ora – ha detto Ciriani – invece è diventato realtà e va consolidato. Adesso bisogna andare obbligatoriamente a Udine ma contiamo di tornare presto a casa». L’assessore allo Sport del Comune di Pordenone, Walter De Bortoli ha ribadito: «Siamo una grande squadra e abbiamo una grande squadra. Questo gruppo deve riprendere a giocare a Pordenone: faccio l’appello a tutti, diamo una mano all’amministrazione e alla società».

In 3 mila alla festa in piazza per il Pordenone in B


Di qui la creazione di una commissione specifica per la costruzione dello stadio: passo dopo passo si andrà avanti anche se la strada non sarà breve. Di certo si è chiusa l’era del Bottecchia, che ora ospiterà la Primavera e l’Under 17 e che potrebbe essere utilizzato dalla prima squadra solo per alcune amichevoli. L’impianto di riferimento sarà lo stadio Friuli per tutto il campionato e a cominciare dalla Coppa Italia.

«Lo stadio va fatto anche per chi arriverà dopo di noi» ha ripreso il discorso il presidente Mauro Lovisa. «Per quanto possibile aiuteremo il Pordenone – ha annunciato il presidente del Coni regionale Giorgio Brandolin –. Per me, che ho giocato contro i ramarri nei dilettanti, vederlo ora in serie B è una piacevole sorpresa».

E anche un sogno diventato realtà, tanto che il presidente Lovisa, si è commosso per la prima volta in pubblico (l’ha riconosciuto lui stesso) quando è dovuto salire sul palco: «Se siamo arrivati sino a qua è anche grazie a mio fratello Paolo, che mi ha sostenuto in questi anni» ha spiegato poi il motivo della sua emozione, ricevendo la standing ovation di piazza XX settembre.

«Sin da subito ha voluto uscire dal mondo dei dilettanti» ha detto di lui il presidente onorario Gianpaolo Zuzzi. «Ora – ha proseguito Lovisa – spero che il crowdfunding abbia l’ultimo scatto questa settimana». C’è tempo sino all’8 giugno per sottoscrivere la propria quota: la serata di ieri può aver dato una spinta agli indecisi. «È andato il Carpi in serie A, il Crotone: non possiamo andarci anche noi? » ha concluso il presidente del Pordenone.

Infine un appello alla Lega: «Sinora ci hanno vietato di giocare col simbolo del Cro ma la prossima stagione lo faremo e vedremo se e quale giudice ci darà contro. Vogliamo portare sulla maglia i valori di questi ragazzi speciali».

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