Pordenone, blitz al Rififi: i segreti in cantina

Gli ispettori del Comune: «Stanze per ragazze, lettini, olio per il corpo». Due mesi per mettersi in regola

PORDENONE. Il Rififì non era come avrebbe dovuto essere, almeno dal punto di vista urbanistico e igienico sanitario. A dirlo, dopo un sopralluogo fatto il 10 marzo, l’ufficio urbanistica del Comune che ha comunicato alla proprietà dei muri e ai gestori del locale, una scadenza chiara: due mesi di tempo per mettersi a norma. In questo lasso di tempo l’ordinanza del Comune (pubblicata sull’albo pretorio) prevede il divieto di utilizzare una specifica area dell’immobile nonché la sistemazione delle irregolarità, pena la denuncia all’autorità giudiziaria.

I tecnici del Comune sono stati nel club il 10 marzo scorso con la polizia municipale, dopo il blitz della squadra mobile della Questura e della polizia municipale di qualche giorno prima (per verificare soprattutto il personale che lavora nel locale).

Durante il sopralluogo sono state riscontrate irregolarità in ambito di edilizia privata, ma non solo. Le più significative riguardano «l’utilizzo improprio del locale cantina ubicato nel piano scantinato che dallo stato dei luoghi riscontrato alla data del sopralluogo (suddivisione del vano in stanzette riscaldate e ordinatamente arredate con letti, divanetti, tavolini e dotate di contenitori di olio per il corpo) lascia supporre – scrivono gli uffici – l’utilizzo occasionale del vano con permanenza di persone in relazione all’attività svolta al piano superiore, in assenza dei requisiti minimi di carattere igienico-sanitario».

Oltre a non poter utilizzare più la “cantina” come locale abitabile, il Rififì dovrà modificare anche la sede vera e propria del circolo privato. I tecnici, infatti, hanno riscontrato l’eliminazione «del vano cambusa mediante dei muri che lo delimitavano e realizzazione su tale sedime di una scalinata aperta di collegamento tra la sala principale, con posa di una porta in legno munita di chiavistello e relativa spalletta muraria dotata di foro di ventilazione».

E’ stata anche verificata la «trasformazione parziale dei vani autorizzati quali deposito e locale tecnico, in locale bar collegato alla restante parte del locale, mediante l’eliminazione di pareti divisorie». La superficie del locale, in pratica, è stata aumentata e questo senza chiedere l’aurorizzazione.

Di per sè la modifica non comporterebbe un grande problema perché la proprietà può presentare una richiesta di sanatoria. Quell’ampliamento, però, fa superare i 200 metri quadri di superficie che rendono necessario un adeguamento della normativa antincendio o, in alterantiva, un ripristino della situazione precedente.

L’ordinanza comunale – che ha vita propria rispetto agli accertamenti fatti dalla polizia per verificare l’attività che si svolge nel club privato – fissa dei tempi precisi per la sistemazione degli aspetti non a norma e sancisce anche il divieto di utilizzo degli spazi.

Della misura sono state informate la proprietaria dell’immobile (Shana Pelizzon), l’usufruttuaria del Letteberehan Menkerios) nonché il locatario presidente del circolo privato Adriano Marton.

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