Porcia, chiuso il bar “Belvedere”

PORCIA
Ha chiuso il “Bar Belvedere”, uno degli storici bar di Porcia, meta abituale di tanti avventori che del locale apprezzavano il servizio, l’atmosfera familiare e il personale tutto al femminile, piuttosto che la comodità di trovarsi giusto in Pontebbana, a due passi dall’autostradale, o fino a qualche tempo fa l’apertura fino a tarda sera.
Da diversi giorni le luci sono spente e la porta è chiusa e questo perché Rosarita Sartor, storica esercente di Pordenone, che dal luglio 2000 aveva in gestione il bar ha cessato l’attività e si sta preparando ad avviarne una nuova in via Forniz 1, sempre a Porcia, giusto di fronte al Municipio. “Al Macchiatone”, si chiamerà così il nuovo snack bar per il quale la donna ha già inoltrato agli uffici comunali domanda di apertura di nuova attività, dopo che il 27 novembre aveva comunicato agli stessi la cessione della precedente.
La nuova pratica è attualmente in corso e intanto nel piccolo locale di via Forniz il futuro gestore è già in fase di allestimento del nuovo esercizio. Il tutto mentre a due passi di distanza, nel medesimo complesso residenziale che sorge al fianco delle Poste di Porcia, da alcuni giorni il bar e ristorante “Al Platano”, altro locale noto a Porcia, ha temporaneamente chiuso. Al Comune i gestori hanno infatti comunicato una sospensione di sei mesi.
«Intendiamo aprire il bar nelle prime settimane di gennaio – dice intanto dal canto suo Rosarita Sartor –. Con il proprietario di corso Zanussi avevo un contratto d’affitto per i locali in scadenza e dato che lui intendeva rientrare in possesso dello stabile ho deciso di anticipare i tempi».
Svelato il mistero delle luci spente al Belvedere, non si preoccupino gli affezionati clienti perché Rosarita Sartor non promette altre novità. “Il nuovo bar sarà solo più piccolo – dice la donna – ma non cambierà il servizio, così come una buona parte del personale che ha dimostrato di lavorare bene».
A 58 anni e con alle spalle una lunga esperienza come esercente (prima del Belvedere ha gestito la cartoleria il Calamaio di Torre, quindi il noto Caffè al Corso di corso Vittorio Emanuele a Pordenone), Rosarita Sartor è da sempre una decisa sostenitrice del lavoro delle donne. «Di quelle non più giovani in particolare – spiega –. Il problema dei gestori di oggi è infatti che vogliono solo le ragazzine, perché pensano che attirino di più i clienti. Certo sono più belle, ma la professionalità e la cortesia verso il cliente cui si deve sempre un sorriso e un saluto è maggiore nelle donne mature, dai 35 anni in su. Ecco perché mi trasferisco ma non cambio genere di servizio».
Milena Bidinost
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