Ponte San Quirino, si riparte da zero

SAN PIETRO AL NATISONE. Il colmo è che, dopo otto anni di “giravolte”, si è tornati esattamente al punto di partenza: all’obiettivo, cioè, di rettificare il ponte di località San Quirino, attraversamento critico perché introdotto da curve a gomito e perché, soprattutto, molto stretto.
Il nuovo piano regolatore del Comune di San Pietro è operativo, finalmente – dopo una trafila lunghissima e burrascosa –, ma il nodo principale è rimasto e fa bella mostra di sé alle porte dell’abitato, in attesa di una soluzione che le amministrazioni di turno inseguono da anni e anni.
«Eccola, una delle cause dei ritardi nell’elaborazione dello strumento urbanistico, pubblicato sul Bur nei giorni scorsi – commentano il sindaco Tiziano Manzini e il suo vice con delega all’urbanistica, l’assessore Mariano Zufferli –. Cominciammo a pensare alla necessità di una rielaborazione del Prgc nel 2005, anno in cui conferimmo l’incarico professionale. Le linee guida vennero approvate subito, nel giro di brevissimo tempo. Poi, però, subentrò il problema della variante alla statale 54: avevamo chiesto all’Anas, infatti, di programmare il riassetto del ponte di San Quirino, ma come risposta ottenemmo, appunto, delle proposte di variante».
Proposte che ipotizzavano la costruzione di un altro passaggio sul fiume, a monte: «Fummo costretti a selezionare la meno impattante, dal momento che, nella sostanza, il disegno ci era stato imposto. La nostra volontà era ben diversa. La conclusione della vicenda ha i toni del paradosso: la Regione bocciò il programma delineato dall’Anas e da noi recepito. Difetti di comunicazione e di confronto, evidentemente…».
A frenare l’iter di predisposizione del Prgc contribuirono, poi, la pastoia normativa – una legge dietro l’altra in materia urbanistica, con la conseguenza che il lavoro di stesura della variante si trasformò in una sorta di tela di Penelope – e le condizioni di estrema precarietà (per non dire sgangherate) dell’ufficio municipale competente. Dulcis in fundo, la Regione si dotò (era il 2010) del Pai, il piano per l’assetto idrogeologico.
Morale: «Tutto da rifare. In compenso siamo ora avvantaggiati rispetto agli altri Comuni, che dovranno obbligatoriamente adeguare i propri Prgc…». Percorso eterno, insomma. L’epilogo nei mesi scorsi, con un’assemblea civica fiume (tre aggiornamenti di seduta, per un totale di oltre venti ore di attività): 110, infatti, le osservazioni/opposizioni da analizzare. «Ma il risultato, adesso – dice l’assessore Zufferli –, è raggiunto. Grazie al nuovo piano, che offre grande flessibilità in materia edilizia, è finalmente chiaro dove si può costruire».
Rimane in compenso aperta, si diceva, la questione San Quirino. «Torneremo alla carica, determinati a perseguire, stavolta, lo scopo: vogliamo migliorare il passaggio sul Natisone intervenendo pure sugli edifici adiacenti. A breve ci sarà un nuovo incontro con l’Anas, cui seguirà un sopralluogo»
«Con il Comune di Cividale, inoltre - affermano gli amministratori di San Pietro - , ci stiamo muovendo per trasformare la “località” Ponte San Quirino in “abitato”».
Una mossa per farla salire in graduatoria nel livello d’attenzione da parte delle autorità competenti.
Lucia Aviani
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