Ponte Meduna, i cinesi “conquistano” il Bar Pashà

«Anche il noto e storico bar Al Ponte Meduna termina la sua vita occidentale, passando a vita orientale. Anche questo era Pordenone».
Un post lanciato su Facebook alle 13 di ieri, alle 19 aveva già collezionato 119 commenti nel gruppo “Sei di Pordenone se…”
La conferma, sui contenuti, è arrivata da Silvano Pasqual, gestore del locale. Il bar diventerà orientale dalla mezzanotte di domani, mentre oggi resterà chiuso. «Per me è come aver perso un figlio – ha affermato –. Era un locale storico di Pordenone, poi l’avevamo sistemato negli anni, era diventato un importante punto di riferimento. Ma era difficile andare avanti, per le tasse, la crisi e tanto altro: qui ce n’è per tutti, meno che per gli italiani». Pasqual però sa di aver lasciato il locale in buone mani. «Quelli che subentrano sono persone a modo – ha spiegato – che si sono prese l’impegno di mantenere i dipendenti. La vita deve andare avanti, ma per me è comunque triste».
La città cambia, dal centro alla periferia, e anche un altro bar storico, che si affaccia sul ponte Meduna, porta ideale d’ingresso a Pordenone, cambia fisionomia venendo acquisito da gestori cinesi. Un tema caldo, in città, quello della gestione orientale di molti luoghi simbolici e storici. I bar, primi fra tutti, sono stati quelli che hanno subito maggiormente l’ “attacco” orientale. Basta fare un inventario: il Queen’s, il Commercio, il Tiffany, il Woody (che, però, sta per passare a un gestore italiano, in netta controtendenza), l’Aosta, e, a breve, il Marconi sono tutti locali che sono e saranno gestiti da cinesi. A questi si aggiunge, dunque, il Pashà di Ponte Meduna, più conosciuto come bar Al Ponte.
E l’ennesimo passaggio a gestione cinese ha scatenato una marea si commenti su come la città stia cambiando. «Comprano i cinesi perché oramai hanno più soldi degli italiani», è stato uno dei commenti. E il riferimento alla tassazione a cui sono costretti i locali è presto arrivato: «Oggi come oggi bisogna essere fuori di testa ad aprire un bar o qualsiasi altra attività con una tassazione al 60-68% in un’Italia che sta andando allo sfascio» si è espresso Roberto Del Rizzo. «Benvenuti a Chinatown dovrebbero mettere in entrata a Pordenone».
Al di là del dito puntato contro i cinesi che fanno affari in città, c’è anche il senso di nostalgia per quella parte di Pordenone che non tornerà più. «Di ritorno dal ballo mi fermavo sempre a fare colazione il martedì notte…Quante risate ho fatto in quel bar con il gruppetto dei “soliti”.Quante chiacchierate serie, semiserie, allegre. Che tristezza!» è stato il commento sconsolato di Rita Bellotto. «Rattrista vedere come ogni giorno chiude qualche locale e con loro anche una parte della storia della nostra città se ne va» ha detto Paola Pagura Moret.
E’ nata anche una proposta di boicottaggio,a un certo punto della discussione. «Se li boicottiamo, ragazzi, non hanno che da vendere alla loro gente» e «Sarà un’arma a doppio taglio. Se continua così tra qualche anno se ne andranno anche i cinesi”. (l.v.)
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