Pnlegge, l’inarrestabile corsa dell’immobile Tempo

PORDENONE. L’inarrestabile corsa dell’immobile Tempo influenza ogni individuo in maniera differente, e così le epoche in cui si vive. Il Linguaggio subisce direttamente la conseguenza delle diverse concezioni che si assumono di questo, riflettendole nella forma mentis della società.
Questi i temi trattati da Franco Rella ed Andrea Tagliapietra nell’incontro tenutosi durante la manifestazione di Pordenonelegge venerdì 16 settembre 2016, a Palazzo Montereale Mantica.
Sono argomenti che da sempre hanno posto l’uomo nella condizione di filosofo, intellettualizzazione che proietta l’esperienza nell’immortalità, portandolo a galleggiare in una dimensione contemporaneamente concreta e metafisica.
Con la venuta del ritrovamento dei reperti, enti appartenuti ad epoche passate, il Tempo risale all’indietro in modo incommensurabile. L’Uomo nelle epoche progressiste ha tentato di organizzarlo, ad esempio durante l’Illuminismo con la costruzione di orologi nelle metropoli, ma ciò non è sufficiente per non essere solo succubi del Tempo: scrittori come Baudelaire o Flaubert affermavano di sentirsi espropriati delle proprie memorie, di faticare ad appropriarsene.
Nella società contemporanea occidentale, però, la concezione del Tempo sta cambiando, e ciò si riflette anche nell’uso e nell’evoluzione del linguaggio. Il futuro, anche grammaticalmente, è soggetto all’annientamento: si vive in un Eterno presente, soggetti ad una continua damnatio memoriae che impedisce la ricostruzione della storia. Non si articolano più gli attimi di essa o di un racconto, ma si procede verso una tirannia delle immagini che conducono all’afasia e alla deresponsabilizzazione. E ciò è una diretta conseguenza della globalizzazione.
Le città, coaguli di storie che non si compongono tra loro, e la stessa Europa aspettano una generazione che possa convertire il Tempo in racconti tramite la parola. L’istantaneizzazione corrisponde alla rimozione del Tempo.
Per combattere ciò, il mezzo prediletto sono la lettura o la scrittura, letteraria o filosofica, a seconda che si faccia prevalere la Libertà o la Necessità. Tramite la narrazione un evento entra nella storia, e così si può sconfiggere la corrosione del linguaggio.
E per giungere a questo l’Italia ha tutte le risorse, secondo Tagliapietra: i giovani possono essere formati adeguatamente, a patto che si guardi all’estero come un completamento delle proprie esperienze, non come una totalità di esse.
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