Pittini punta ad acquistare l’acciaieria Riva di Verona

La società conta 418 dipendenti e andrebbe ad ampliare la rete del gruppo di Osoppo. Dalla presidenza un “no comment”. Verrebbe potenziata la produzione di vergella

UDINE. Pittini si prepara a un nuovo giro di shopping nel Belpaese. Conferme da parte della società non ce ne sono, ma l’apertura della procedura sindacale parla chiaro: il gruppo di Osoppo sta trattando per l’acquisizione della Riva Acciaio di Verona, società dell’omonimo colosso siderurgico (lo stesso dell’Ilva) che nella provincia veneta occupa 418 lavoratori e che presto potrebbe “battere” bandiera friulana.

Stando a quanto si è potuto apprendere, l’operazione sarebbe in corso di perfezionamento proprio in queste settimane, non lontana dalla firma decisiva considerato che nei giorni scorsi alle parti sociali il gruppo ha notificato l’apertura della procedura sindacale prevista in caso di fusioni, scorpori o cessioni di azienda.

L’operazione vedrebbe come già conclusa la fase delle verifiche preliminari e sarebbe invece in corso l’indagine tecnica relativa, ad esempio, allo stato di attuazione dell’Aia. Secondo i rumors, Pittini sarebbe intenzionato a potenziare la produzione di vergella nello stabilimento veneto una volta acquisito.

Raggiunto al telefono, il presidente del gruppo, Federico Pittini, ieri ha preferito tagliare corto con un «non ho niente da dire». Nessuna conferma dunque, anche se come detto a parlare è l’apertura della procedura sindacale notificata alle segreterie regionali di categoria dei metalmeccanici.

Indizio certo di una trattativa in corso per l’ennesimo passaggio di mano di Riva acciai, nata nel 1902 dall’iniziativa di Antonio Galtarossa e votata inizialmente alla produzione di impianti di illuminazione ad acetilene per poi passare, nel 1929, all’acciaio. Riva ne acquisisce l’asset siderurgico nel 1981 e dopo averne diversificata la produzione procede, tra il 2013 e il 2014, ad investimenti nell’ordine degli 8 milioni di euro.

L’azienda andrebbe ad ampliare il business del gruppo Pittini che già oggi, tra il Friuli, il Veneto, l’Austria e la Slovenia produce oltre 2 milioni di tonnellate d’acciaio l’anno e dà lavoro, nelle sue 6 aziende e 13 stabilimenti, a circa mille 200 persone, di cui circa 800 in forze a Osoppo.

L’azienda a sentire il sindacato è in ottima forma. I reparti a caldo, che lavorano a pieno regime senza alcun tipo di ammortizzatore sociale, paiono aver patito poco o nulla la crisi economica che invece ha investito il settore a freddo, core business di aziende come Siat e Pittarc dove però il contratto di solidarietà si è di recente concluso senza la necessità di un ulteriore ricorso a strumenti di ammortizzazione.

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