Pista ciclabile sulla ex ferrovia c’è lo stop dalla Soprintendenza

/ TOLMEZZO
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Fvg ha sospeso l’iter relativo alla valutazione dell’intervento di realizzazione del tratto di ciclovia sull’ex ferrovia dismessa Carnia– Tolmezzo, in attesa di ricevere le integrazioni che su più aspetti ha ora chiesto al Carnia industrial park, dopo che il Consorzio industriale a inizio febbraio aveva inviato il progetto e domandato l’autorizzazione all’intervento (per esso i Comuni di Tolmezzo e Amaro avevano approvato già nel 2020, su parere favorevole della Soprintendenza, le due varianti urbanistiche per consentirlo). I sindaci di Tolmezzo, Francesco Brollo, e di Amaro, Laura Zanella, hanno incontrato la soprintendente, Simonetta Bonomi, per meglio comprendere i rilievi mossi. Al termine del confronto hanno dichiarato: «Ci muoveremo nella direzione indicataci». Inevitabile ora un ulteriore allungamento dei tempi, visti i rilievi e le richieste della Soprintendenza. Il primo riguarda un possibile carattere storico di alcune parti di rotaia e nasce da un documento presentato alla Soprintendenza dall’associazione Vecchia binari Fvg, la quale ha segnalato sulla tratta Amaro-Tolmezzo delle iscrizioni, stampigliate sul fungo delle rotaie, dalle quali si evince che le stesse sono state laminate dalla Società siderurgica di Savona nel 1909 e pertanto già presenti all’inaugurazione della linea. Nel dubbio la Soprintendenza chiede al Consorzio adeguata documentazione e premette che per gli eventuali armamenti storici presenti andrà valutata la possibilità di mantenimento o, nel caso di oggettiva impossibilità, l’eventuale recupero anche in sedi diverse dalle aree della memoria, soprattutto nel futuro Museo sulla storia dell’ex ferrovia, ma non solo.
Rileva che il progetto non considera tratti alternativi all’ex ferrovia e chiede quindi un approfondimento planimetrico, cartografico e fotografico sulla possibilità di percorsi alternativi. Per i tratti sul sedime storico la Soprintendenza vuole un approfondimento tecnico che dimostri l’effettiva impossibilità di conservare il tracciato originario della ferrovia. Domanda poi chiarimenti sulle aree della memoria progettate, di ripensare alcuni spazi vicino agli ex caselli, di chiarire meglio gli effetti dei colori e materiali scelti per la ciclovia e sulla cartellonistica una riduzione delle dimensioni, ritenute impattanti paesaggisticamente, e colori più neutri anziché il blu e giallo scelti. Infine indica come requisito fondamentale il racconto della memoria storica della ferrovia pure sulla pista ciclabile, anche attraverso Qr code, indicazioni grafiche a terra, piccoli punti di sosta e informativi dei caratteri paesaggistici e scenici nei punti più significativi della linea. —
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