Piscina, il concorrente: niente soldi dal Comune

Gemona: sulla crisi interviene il rappresentante dell’Atlantis di Magnano «É una struttura pubblica, stiamo valutando la possibilità di adire a vie legali»

GEMONA. Se il Comune elargirà contributi pubblici non dovuti a favore della società privata Atlantis, concessionaria della piscina cittadina, Azzurra valuterà la possibilità di adire a via legali per ristabilire le condizioni di una concorrenza leale. La promessa è di Luca Pesamosca, rappresentante legale della citata società, che gestisce l’impianto natatorio Aquarius di Magnano in Riviera. Pesamosca premette che la piscina gemonese è una struttura pubblica gestita da un soggetto privato sulla base di un project financing, in cui a fronte della propria partecipazione finanziaria, il privato ha, in via esclusiva, il diritto di sfruttare economicamente l’opera realizzata per un periodo prestabilito. Se il Comune intervenisse con denaro pubblico, verrebbero violate le più basilari norme della correttezza, della trasparenza e del libero mercato. In questo caso, Pesamosca avvisa: «Abbiamo già interpellato i nostri legali i quali hanno ampiamente rilevato tutte le circostanze per promuovere un’eventuale azione a difesa dei basilari principi della correttezza e gestione oculata delle risorse pubbliche. Ciò che è in crisi, non è la piscina, ma la gestione privata della piscina».

Molti i punti oscuri, sui cui il rappresentante legale di Aquarius fa una carrellata. A partire dal costo della piscina gemonese: «Tale importo, approvato dall’amministrazione Disetti e pari a oltre 5 milioni di euro, sembrava eccessivamente oneroso per una struttura del tutto simile (anzi, più piccola di almeno circa 400 mq) a quella di Magnano, la cui realizzazione era costata meno di un terzo solo tre anni prima. Ciò dovrebbe far rabbrividire più di qualche consigliere del tempo, se chiamato a riferire alla corte dei conti». Certo, il secondo punto non è da meno e riguarda l’iter di realizzazione dell’impianto, su cui al tempo l’autorità di Vigilanza sui Lavori pubblici aveva “approfondito”, riscontrando ripetute infrazioni. Infine, la strumentalizzazione sui motivi che avrebbero portato alla realizzazione della struttura a Gemona: «L’avvio di Scienze motorie era un motivo di sviluppo per tutto il mandamento, non solo per Gemona e le esigenze del corso di laurea erano già soddisfatte dall’impianto di Magnano, tanto che la collaborazione era già avviata e funzionante e gli studenti frequentavano abitualmente la struttura natatoria». Non solo: «Il complesso gemonese è stata voluto e realizzato per motivi elettorali, per produrre consensi. É dominio pubblico che il servizio impianti sportivi del Coni ha stabilito che le piscine sono strutture sportive sovra-comunali, con un bacino massimo di utenza tra i 60 e i 90 mila abitanti».

Giusy Gubiani

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