«Picchiava mia madre, ma lei non voleva denunciarlo»

La testimonianza in Corte d’Assise della figlia di Fiorella Fior, accusata di aver ucciso il compagno
Di Alessandra Ceschia
Udine 11 febbraio 2012.Omicidio in un appartamento. Un adonna residente in via Val Meduna 2 accoltella il compagno..Telefoto Copyright Foto PFP / Ferraro Simone
Udine 11 febbraio 2012.Omicidio in un appartamento. Un adonna residente in via Val Meduna 2 accoltella il compagno..Telefoto Copyright Foto PFP / Ferraro Simone

«Carlo Feltrin picchiava mia madre. Lo faceva senza motivo, ogni pretesto era buono per metterle le mani addosso». A parlare dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Udine, presieduta da Angelica Di Silvestre, a latere Mariarosa Persico e sei giudici popolari, ieri in occasione dell’udienza per il processo a carico di Fiorella Fior, udinese di 57 anni, accusata di aver accoltellato a morte il compagno 46enne Carlo Feltrin nella notte fra il 10 e l’11 febbraio 2012, è stata la figlia della donna, Fabiana Falcone. È toccato a lei, fra le lacrime, ripercorrere anni di liti e di botte nella complicata relazione fra sua madre e Feltrin.

«Ha cominciato a frequentare quell’uomo nel 2000, ma a me lui non è mai piaciuto - ha esordito la Falcone – era una persona violenta, arrivista, cercava di ridurre mia madre in uno stato di ubriachezza per approfittare di lei». La donna, incalzata dal pm Lucia Terzariol, ha ripercorso gli episodi di violenza. «Il più delle volte mia madre non me ne parlava, lei lo proteggeva sempre perché ne era innamorata». E così si è appreso della spalla lussata, della frattura all’ulna, della perforazione del timpano, delle ferite per percosse inferte con un oggetto contundente, di quando l’aveva buttata fuori dall’auto. Una lunga serie di cifre legate da un comune denominatore: Fiorella Fior non voleva denunciare. Quindi, la dipendenza dall’alcol, questione non di poco conto visto che la notte dell’omicidio alla Fior fu trovata una concentrazione di alcol nel sangue pari a 2.86 grammi per litro. «Mia madre non beveva abitualmente – ha riferito la giovane agli avvocati difensori Federica Tosel e Luigi Francesco Rossi – beveva solo con lui perché a lui conveniva».

Di diverso tenore la versione fornita da Sonia Coccolo, titolare del bar “Al sole”, frequentato dalla coppia. «Venivano tutti e due – ha riferito la donna – a volte lei arrivava già ubriaca e in quelle condizioni lo insultava, era anche molesta con i clienti, tanto che Feltrin l’accompagnava fuori, poi lei dava in escandescenze». Fin qui i testi dell’accusa cui l’avvocato di parte civile Libero Coslovich ha rivolto richieste precise. «Non cerchiamo la vendetta – ha commentato l’avvocato che rappresenta la madre e la sorella di Feltrin – siamo qui per accertare la verità senza sporcare la memoria della vittima». Prossima udienza il 23 giugno, con la consulenza del professor Giuseppe Sartori.

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