“Piano sangue” al via, ma la frigoemoteca ancora non funziona

GORIZIA. Stavolta non ci saranno rinvii. Dopo che già per due volte la partenza del “piano sangue”, con la riorganizzazione del servizio immuno-trasfusionale, era stata rimandata (dal primo aprile al primo giugno e poi al primo luglio), da domani, lunedì, il “nuovo corso” all’Azienda sanitaria isontina avrà inizio.
E questo nonostante l’ennesimo inghippo: la frigo emoteca installata a Monfalcone, il famoso apparecchio simile nell’aspetto a un distributore di merendine contenente le sacche di sangue, non funziona e, quindi, bisogna provvedere in altro modo.
Cosa succederà Il piano sangue prevede l’accorpamento dei Centri trasfusionali di Gorizia e Monfalcone con Trieste. Operazione che si concretizzerà in due fasi, la prima delle quali scatterà appunto domani. Al San Polo di Monfalcone, durante la notte e nei giorni festivi e prefestivi cesserà la reperibilità del tecnico.
Era previsto che l’erogazione del sangue sarebbe stata effettuata dalla frigo emoteca intelligente “telecomandata” a distanza da Cattinara. Ma, per quanto intelligente, come si è detto il macchinario non è ancora operativo e quindi sarà un messo dell’Ass isontina a recarsi a Gorizia per prendere e portare a Monfalcone su un’auto aziendale le sacche di sangue di cui necessita, per una trasfusione, il paziente di un qualsiasi reparto.
Non è ben chiaro se, nel momento in cui la frigo emoteca cominciasse a funzionare, verrà azionata da Trieste o da Gorizia.
«Il personale – lamenta Rizzo del sindacato autonomo Fials, che continua a definire “improvvisata” e “superficiale” la nuova organizzazione – ancora non sa esattamente chi farà cosa. Per questo abbiamo sollecitato fino all’ultimo un ulteriore proroga che ci è stata negata».
La protesta della Fials «Ci è stato detto – incalza il sindacalista - che l’operazione non ha finalità di risparmio, ma si ripromette di migliorare la qualità del servizio. Sulla base di questi presupposti non si riesce proprio a capire dove stia il miglioramento e riteniamo che l’utenza potrà anzi risentirne negativamente. I tempi delle procedure si allungheranno, con possibili ripercussioni negative sui reparti come Chirurgia, Ostetricia, Rianimazione».
Fase transitoria Da qui a dicembre soltanto Monfalcone, dunque, sarà priva del tecnico reperibile, mentre dal primo gennaio 2014 questa figura scomparirà anche a Gorizia ed entrambi i Centri trasfusionali faranno capo a Trieste, dove il messo si recherà con i campioni di sangue da testare e da dove, poi, verrebbero telecomandate le frigo emoteche.
Già, ma se non dovessero funzionare (a Gorizia l’apparecchio non è stato neppure ancora installato)? E se ci dovesse essere qualche altro problema tecnico? Il dg Marco Bertoli rassicura: «I timori non hanno ragione di esistere. I pazienti neppure si accorgeranno che il sistema di erogazione del sangue è cambiato.
Questi mesi ci serviranno, piuttosto, per verificare la frequenza delle trasfusioni durante le notti e nei giorni festivi e prefestivi: ritengo che sia nel complesso limitata, ma sarà comunque un utile test. E ribadisco che le emergenze saranno tamponate col sangue zero negativo». Eppure su tutta l’operazione non i pochi continuano a nutrire dubbi e perplessità.
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