Piano acustico, ora tocca alle imprese

Pordenone. Entro il 7 novembre i commercianti devono presentare il programma di risanamento. Deserto, però, l’incontro all’Ascom

PORDENONE. Hanno tempo fino al 7 novembre per presentare un piano di risanamento: un programma di interventi, sottoscritti da un professionista, che si impegnano ad attuare per rientrare dal superamento dei decibel.

Gli imprenditori del centro storico – area all’interno del ring – sono chiamati a mettersi in regola secondo le disposizioni del nuovo piano di zonizzazione acustica comunale che entra in vigore in città.

Chi non provvede è passibile di sanzione in caso di segnalazione. Ma attenzione: le fonti del rumore sotto tiro non hanno nulla a che fare con musica o schiamazzi provenienti da locali pubblici.

Nonostante la scadenza che incombe, ieri non si è presentato praticamente nessuno all’incontro informativo che l’Ascom ha organizzato con l’amministrazione comunale (presente l’assessore Cristina Amirante, e i tecnici dell’ufficio con la dirigente Federica Brazzafolli) e i tecnici dell’Arpa del Friuli Venezia Giulia (Luca Piani e Arturo Merlino).

Il piano stabilisce per la zona interna al ring limiti sonori che di giorno (dalle 6 alle 20) si attestano entro i 65 decibel e di notte sono fissati in 55 decibel. Ma quali sono le fonti di rumore “perseguibili” dagli organi di vigilanza e controllo?

«Fonti stabili di rumore – hanno precisato gli esperti –, che producono rumore continuativo: frighi, impianti di condizionamento, cappe aspiranti». Per le manifestazioni, come Incontriamoci, invece sono previste deroghe.

Spesso, come è stato spiegato dai tecnici dell’Arpa, ad amplificare la propagazione – per esempio se le attività commerciali o d’impresa si trovano al piano terra di un edificio – è la bassa qualità degli immobili, vetusti e costruiti senza accorgimenti sotto il profilo acustico (questo vale per gli immobili che risalgono a prima degli anni ’90).

Che fare a quel punto? Se la fonte del rumore è esterna un aiuto può arrivare dal rifacimento dei serramenti, se è interna all’immobile è più difficile intervenire.

«Spesso i problemi sono originati da una cattiva manutenzione» ha rimarcato Brazzafolli, per cui il piano di risanamento può anche basarsi su interventi contenuti. Chi non controlla lo stato dei propri impianti – il consiglio è di provvedere soprattutto se ci si trova in una zona densamente abitata –, in caso di segnalazione e controllo rischia una multa di mille euro, che raddoppia per coprire i costi di intervento dell’Arpa. L’agenzia, che non ha più una sede in città, ha otto tecnici in tutto, a livello regionale, che si occupano della materia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:ambiente

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto