Pesca, Lignano contro Marano

LIGNANO. Laguna sempre più contesa. Nonostante le recenti sentenze abbiano dato ragione ai Comuni di Lignano Sabbiadoro e di Latisana, sostenitori della pesca sportiva, Marano non molla e ribadisce l’esclusiva.
E Lignano, a questo punto, chiama in causa la Regione, con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Franco Iacop, e all’assessore con il mano le delegahe alle caccia e alle risorse ittiche, Paolo Panontin, perché si metta fine a una “guerra” che dura da decenni e che neppure le sentenze del Tar riescono a fermare.
A Marano vogliono l’esclusiva di pescare in laguna e a loro difesa tirano in causa il rischio di impoverimento della stessa.
Prontamente replica Lignano: «Il pescato di un’intera stagione turistica, davanti a un’eventuale concessione per la pesca sportiva nella laguna, con i limiti imposti dalla normativa, non credo supererebbe quello di una, al massimo due, buone giornate di pescato di un peschereccio professionale - risponde l’assessore al turismo Massimo Brini -, per cui le problematiche di impoverimento sono facilmente contrastabili.
E, poi, il problema non si porrebbe se la pesca venisse fatta seguendo seriamente anche i criteri e i tempi della riproduzione. I maranesi non ricordano che con le loro “scorribande”, fino quasi a riva della costa di Lignano, hanno desertificato il nostro mare che era ricco di vongole e di prelibate “capelunghe”. E che negli anni, arrivando a pescare sottocosta, hanno anche distrutto gli “scani” che bene o male proteggevano il litorale dalle violente mareggiate e dall’erosione».
«Seguo da parecchi anni il problema – dice Brini –, nel 2001 sono stato il promotore del ricorso contro l’ordinanza del Comune di Marano che vietava, a tutti i non residenti a Marano, la pesca in laguna di qualunque specie, a eccezione del canale Lovatto dove è consentita la pesca ai residenti del Comune di Latisana, mentre i residenti di Lignano non vengono nemmeno citati».
A ribadire «l’abuso» perpetrato da secoli dai maranesi, convinti di essere gli unici detentori del diritto di pesca in laguna, l’assessore Brini cita nella lettera inviata alla Regione una sentenza di 563 anni fa che delinea perfettamente la situazione: «A oggi la storia non è cambiata - commenta - rispetto a quanto scritto dopo la sentenza del 14 ottobre 1452... “e di quella abusando li maranesi si estesero nelle acque della Giurisdizione di Latisana, ove vi furono sempre anche di quelli abitanti di Latisana che usavano dei loro diritti di pesca promiscuamente”.
L’asserito diritto di pesca “Privilegium Poponis” del 1031, vantato dal Comune di Marano, è stato superato da una legge del 1877, regolamentato dal Decreto Prefettizio del 1886 e successivamente confermato nel 1892 della Corte d’Appello di Venezia, specificando le aree di pesca dei cittadini di Latisana e di conseguenza di quelli di Lignano».
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