Pesca illegale di anguille scoperta dalle guardie ittiche

RIVIGNANO
Lo scorso anno erano stati sanzionati due pescatori della provincia di Pordenone che usavano attrezzi non consentiti per la cattura di pesci, in particolar modo dell’anguilla.
Purtroppo gli episodi continuano a ripetersi sul fiume Taglio e sul fiume Torsa.
Le guardie ittiche volontarie appartenenti al Collegio di Codroipo-Latisana, nei giorni scorsi, durante la loro attività di vigilanza, hanno rinvenuto 7 bertovelli (reti da pesca che intrappolano i pesci e che non possono essere utilizzate) contenenti una decina di anguille che poi sono state rimesse in libertà.
I bertovelli sequestrati dalle guardie ittiche verranno distrutti dall’Ente tutela patrimonio ittico.
L’attività è stata svolta su due corsi d’acqua: il Taglio e il Torsa dato che le numerose segnalazioni dei pescatori si concentrano in questi corsi d’acqua.
«Sicuramente la mancanze di semine di materiale ittico come le trote – afferma Roberto De Natali che pratica la pesca da oltre 55 anni ed è il primo a rivolgere un ringraziamento alla guardie per il lavoro svolto – determina una scarsa presenza dei pescatori lungo i fiumi e di conseguenza una minore vigilanza».
L’anguilla, ci tiene a ricordare De Natali, «non viene rilasciata dall’Ente tutela patrimonio ittico, ma è una specie autoctona che vive nel fiumi e si riproduce nel Mar dei Sargassi, dove poi muore».
«Ora – prosegue l’esperto – il surriscaldamento dei mari, l’inquinamento, gli sbarramenti artificiali e la pesca indiscriminata riducono la “regina della notte” ai minimi termini e se si continua su questa strada si rischia la scomparsa di questa specie ittica, aggiungendosi a molte altre che si sono estinte negli anni. Pertanto un caloroso ringraziamento alle guardie ittiche volontarie, che armate solamente dalla loro volontà di salvaguardare il patrimonio ittico – continua –, difendono i “veri” pescatori sportivi, quelli che si recano con la canna a pesca contro i “vigliacchi” dei mezzi proibiti».
È proprio queste guardie – pescatori, che dopo aver superato un esame mettono volontariamente a disposizione tutto il loro tempo libero, la loro passione e il loro senso del dovere – «che i pescatori dovrebbero ringraziare e riporre in loro la massima fiducia, collaborando con loro ed evitando così – conclude De Natali – il ripetersi di queste azioni di bracconaggio che vanno a discapito di quei pescatori che regolarmente pagano il canone».
Ignoti, in questo caso, coloro che hanno posizionato i bertovelli, che sono vietati nella pratica della pesca sportiva. —
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