Perse una gamba, ma Salvatore coltiva un sogno: il Mondiale con l’Italia

San Vito al Tagliamento: l'incidente durante una missione in Libano. Giocherà in Messico con la Nazionale amputati

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. L’Italia del calcio non parteciperà al Mondiale in Russia. A tenere alto l’onore degli Azzurri del football ci sarà, però, a livello maschile, la Nazionale calcio amputati, che nel mese di ottobre parteciperà ai Mondiali in Messico.

Tra i giocatori c’è un’atleta residente a San Vito al Tagliamento: Salvatore La Manna, 37 anni, originario di Palermo, città in cui l’allenatore della squadra rosanero, favorita per la promozione in serie A, è il pordenonese Bruno Tedino.

Menomato a seguito di un incidente durante la missione Unifil in Libano, Salvatore (che nel nome rievoca lo Schillaci, eroe di Italia’90) è decorato con la Croce d’oro dell’Esercito italiano, di cui fa ancora parte.

In questi giorni La Manna è impegnato in un raduno della Nazionale amputati che si sta tenendo a Corlo, in provincia di Modena. Ricopre il ruolo di difensore, ma ha anche fiuto del gol. Spesso, nelle sue proiezioni offensive, riesce a battere i portieri avversari.

Chi è, però, il Salvatore persona?

«Sono nato a Palermo e ho sempre avuto la passione per il calcio – ha dichiarato La Manna –. Abito a San Vito dal 2002. Sono sposato con la donna migliore del mondo, mia moglie Luisa, e sono papà di Manuele, sanvitese doc, nato dopo il mio incidente».

La storia di Totò La Manna è molto particolare. Dopo l’amputazione ha avuto la gioia di diventare padre, una grazia dopo tanta sofferenza. Si è cimentato in uno sport, il calcio per amputati, di cui si è parlato molto sui social network, specialmente dopo l’eliminazione dell’Italia dalla corsa ai Mondiali di Russia.

L’incidente gli è accaduto in Medio Oriente. Era la fine di luglio del 2009 e il Messaggero Veneto del primo agosto raccontò così la giornata in cui La Manna perse la gamba.

«Un soldato del contingente italiano dell’Unifil, la forza dell’Onu schierata nel Libano meridionale, è rimasto ferito in seguito a un incidente stradale. Si tratta del caporal maggiore Salvatore La Manna, che ha subito l’amputazione della gamba sinistra: era assieme a tre commilitoni, illesi.

I familiari del soldato ferito sono stati immediatamente informati dal Comando dell’11º Reggimento Bersaglieri, che ha sede a Orcenico Superiore. L’incidente è avvenuto su una strada sterrata a sud della città di Tiro».

Il ministro della Difesa dell’epoca, Ignazio La Russa, aveva espresso sentimenti di «viva solidarietà al militare di stanza in Friuli rimasto gravemente coinvolto e di grande vicinanza ai suoi familiari».

L’evento aveva spezzato anche una buona carriera da calciatore dilettante di Salvatore. In Sicilia La Manna era arrivato sino alla Prima categoria.

Aveva militato nel Panormus e nel Cantiere Navale, due squadre del palermitano. Dopo il trasferimento a San Vito, poi, eccolo nell’Odas di Orcenico, squadra che non esiste più da questa stagione.

Dopo l’incidente, lasciato il calcio a 11, Salvatore si è cimentato nei campionati amatoriali di futsal, il calcio a 5, vestendo la maglia dei Falchetti di Morsano al Tagliamento.

«Sono discipline un po’ diverse – ha raccontato – e ci si deve abituare». Salvatore gioca al centro della difesa. Il regolamento equipara il tocco con la stampella al fallo di mano. L’attrezzo si può adoperare per aiutarsi nella corsa e nell’elevazione. Il portiere è l’unico che può giocare con entrambi gli arti inferiori integri.

In un futuro nemmeno troppo lontano, Salvatore La Manna potrebbe disputare le Paralimpiadi. Attualmente pratica a buoni livelli canoa, basket in carrozzina e badminton. Lo sport del volano, molto simile al tennis, gode di una fitta schiera di appassionati.

Tra loro c’è proprio Salvatore La Manna, che nel 2017 si è laureato campione italiano di questa disciplina, particolarmente in voga in Asia.

Prima, però, c’è e resta il calcio. E in attesa della qualificazione al Mondiale femminile, abbastanza probabile per l’Italia, prepariamoci a tifare per gli azzurri della Nazionale amputati in Messico, terra che calcisticamente rievoca le leggende di Gigi Riva e Pelè nel 1970; dell’ultimo Zico e di Maradona nel 1986.

Salvatore La Manna ha le stimmate del fuoriclasse e vuole essere decisivo come Fabio Fabio Grosso nel 2006. Un sogno mondiale.

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