Peroni al Bilancio, Serracchiani si affida al rettore di Trieste

Salgono le quotazioni che danno il giurista nell’esecutivo regionale. Il governatore terrà anche la delega alla Montagna
Udine 13 Gennaio 2010. Inconto con rettori Universita' Udine e Trieste. Telefoto copyright Foto Agency Anteprima.
Udine 13 Gennaio 2010. Inconto con rettori Universita' Udine e Trieste. Telefoto copyright Foto Agency Anteprima.

UDINE. Ci sono i mal di pancia di Trieste e anche di Udine, ma lei tira dritto. Il presidente Debora Serracchiani conta di arrivare al vertice di maggioranza di domani con lo schema di giunta definitivo, per presentare la squadra venerdì. Una squadra fondata sulle competenze. Resta in cima ai pensieri del governatore l’opportunità che i consiglieri eletti che entreranno a far parte della squadra si dimettano dal Consiglio, ma gli eletti per ora resistono. Nel frattempo sotto la bandiera della professionalità la giunta cresce.

Trieste con Peroni e Codega

Lo ripetono i triestini. Se la presidenza del Consiglio, come sembra, andrà all’udinese Franco Iacop, allora Trieste deve avere almeno due assessorati, di cui uno “pesante”. E quello “pesante” corrisponde alla cassa della Regione, la delega al Bilancio. Il nome c’è ed è quello forte di Francesco Peroni, 52 anni, rettore in scadenza dell’università di Trieste, giurista ma anche consigliere superiore della Banca d’Italia. Una figura di rilievo, gradita anche al sindaco di Trieste Roberto Cosolini, capace di placare la “questione triestina”. Per l’altro posto in quota giuliana restano alte le possibilità dell’uscente e rieletto Franco Codega, anche se non vuole dimettersi dall’Assemblea.

Sanità contesa

Partono da tre posti in giunta i triestini per ottenerne due. Il terzo vorrebbero fosse quello di Franco Rotelli, neo-consigliere regionale, psichiatra, ex direttore generale dell’Ass Triestina. E una condanna arrivata nel 2012 dalla Corte dei conti che ha chiesto a Rotelli il risarcimento di 60 mila euro per danno erariale, per una vicenda del 2006 legata al suo ruolo di dg. Difficile che l’ipotesi Rotelli passi. L’ultima idea per la Sanità viene da Udine, dal neo-consigliere Vittorino Boem, ma su tutti resta in vantaggio il docente udinese Silvio Brusaferro.

Gorizia in rosa

Vengono dall’Isontino due signore date sulla soglia della giunta, l’eletta Sara Vito del Pd e l’esterna Loredana Panariti di Sel, che potrebbe incassare il referato alla Cultura. Nel partito di Nichi Vendola, però, la discussione continua sui nomi da proporre a Serracchiani. E allora il triestino Giulio Lauri e l’udinese Marco Duriavig non sono ipotesi scartate.

Pordenone senza incertezze

Vengono dal Friuli Occidentale il vicepresidente Sergio Bolzonello – punto fermo – e Paolo Panontin dei Cittadini. L’ex sindaco di Pordenone gestirà Attività produttive, Commercio, Agricoltura, mentre per Panontin si profila un ruolo alle Autonomie locali.

Chi insidia Santoro?

La risposta, d’istinto, sarebbe: nessuno. Mariagrazia Santoro è “blindata” da Serracchiani, considerata capace oltre che persona di fiducia. A lei il governatore vuole assegnare le Infrastrutture e l’Urbanistica. Eppure ieri è circolato il nome di Roberto Grandinetti, 60 anni, udinese, docente all’università di Padova. Le quotazioni di Santoro, comunque, restano alte.

Mattoni e Montagna

«Ho messo mattoni molto importanti di cui sono estremamente soddisfatta». Concede poche parole Serracchiani riferendosi alla costruzione della giunta. Per il resto trapela che il presidente dovrebbe tenere per sè le deleghe a Montagna e Relazioni internazionali. Indiscrezioni, mentre i quattro segretari provinciali del Pd si ritrovano per mettere insieme la rosa di nomi da presentare a Serracchiani. La rosa non si conosce, la fiducia nel presidente invece è piena. «È stata manifestata – scrive il coordinatore della segreteria Fvg Renzo Travanut – piena fiducia nelle scelte di Serracchiani. Si è concordato sull’opportunità di tenere conto delle competenze e delle professionalità degli eletti e degli eventuali esterni, e in questo senso tutti i nomi dati dal Pd regionale corrispondono ai criteri richiesti dal presidente». Ça va sans dire.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:regione fvg

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto