Perdono il ricorso al Tar, ma non versano al Dsc quanto dovuto

Hanno fatto ricorso al Tar, hanno perso, ma non hanno pagato quanto disposto dai giudici. Tanto che il Dipartimento servizi condivisi della Regione ha dovuto affidare a un legale il recupero del...

Hanno fatto ricorso al Tar, hanno perso, ma non hanno pagato quanto disposto dai giudici. Tanto che il Dipartimento servizi condivisi della Regione ha dovuto affidare a un legale il recupero del credito. La controversia era nata dalla necessità, emersa nel 2011, dell’Azienda sanitaria 6 di avere a disposizione un servizio di ambulanza: il contratto con il precedente fornitore del servizio era scaduto e si rendeva necessario garantirne la continuità sino alla successiva gara di appalto. Il Dipartimento servizi condivisi ha quindi invitato alcune società a presentare una offerta: il 23 marzo 2011 è stato affidato il servizio. Ma una delle ditte escluse, l’associazione temporanea di impresa Croce amica One srl/Croce amica di Messina, ha notificato un ricorso al Tar regionale per l’annullamento, previa sospensione, della esecutività del provvedimento di affidamento del servizio. Ricorso rigettato dai giudici amministrativi che con sentenza emessa lo scorso anno hanno stabilito l’onere per la società di provvedere al pagamento al Dipartimento dei servizi condividi delle spese e degli onorari del giudizio, quantificati in 3 mila euro, oltre alle previsioni di legge che portano la somma a 3 mila 775 euro. In questo anno più volte l’Ati è stata sollecitata a pagare il dovuto, ma sinora non ha mai provveduto. Per questo motivo il Dipartimento ha deciso di recuperare le somme affidandosi a un legale che ha esperienza in materia, l’avvocato triestino Federico Rosato.

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