Pensione maggiorata, sindacalista patteggia

Diciotto mesi all’ex segretario pordenonese dello Snals per truffa ai danni dello Stato. Il suo vice ne ha concordati undici

Due ex sindacalisti pordenonesi dello Snals, sindacato nazionale autonomi lavoratori scuola, hanno patteggiato dinanzi al gup Rodolfo Piccin per truffa continuata ai danni di un ente pubblico. L’inchiesta porta la firma del pm di Pordenone Maria Grazia Zaina.

Giancarlo Boscaino, 72 anni, originario di Benevento e residente a Pordenone, ex segretario provinciale dello Snals e dirigente scolastico in pensione, ha concordato 1 anno e 6 mesi di reclusione, pena sospesa. Il gip Piccin ha disposto la confisca per un totale di 88 mila euro, pari alla somma lorda indebitamente percepita. Italo Cirotti, 75 anni, pordenonese, imputato in quanto all’epoca vicesegretario pro tempore dello Snals di Pordenone, ha patteggiato invece 11 mesi di reclusione, pena sospesa. La Procura ha accertato che la segreteria provinciale Snals ha attribuito a Boscaino, con una delibera datata 5 dicembre 2007, un compenso annuo aggiuntivo di 36 mila euro per un progetto di rsu a scuola, a detta del presidente voluto dalla segreteria nazionale. L’accordo di collaborazione viene firmato a giugno 2008. Per la difesa Boscaino si è attivato per l’attivazione del progetto. Gli inquirenti trovano i cedolini di pagamento, sottoscritti dal segretario amministrativo Cirotti e siglati per ricevuta dal Boscaino, e le comunicazioni all’Inpdap che autorizzano il versamento dei contributi figurativi. La Procura, però ritiene che tali emolumenti non siano mai stati corrisposti e che il sindacato non ne avesse neppure la disponibilità economica. Il 30 settembre 2008 Boscaino rinuncia agli emolumenti e dal 1º settembre 2009 va in pensione e ottiene dall’Inpdap il ricalcolo della pensione definitiva, in cui vengono conteggiati i contributi figurativi (molti dei quali, sostiene la difesa, versati di tasca sua da Boscaino). Assolto per non aver commesso il fatto, invece, l’ex professore di storia dell’arte Francesco Casciano, assistito di fiducia dall’avvocato Antonio Malattia, coinvolto nell’inchiesta nella veste di componente pro tempore della segreteria (che non si occupava di autorizzare le spese) per la sua partecipazione all’unica riunione del 5 dicembre. «Casciano, persona integerrima – precisa l’avvocato Malattia – aiutava gli iscritti a compilare i moduli, non ha mai visto un documento contabile, era completamente avulso dall’amministrazione. Dopo quella riunione, Casciano non ha partecipato a nessuna delibera».

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