Penne laser illegali nel negozio

I puntatori in un centro commerciale cinese di viale Aquileia. Condannati l’esercente e il suo fornitore

PORDENONE. Quelle penne laser, sequestrate dalla guardia di finanza nel 2011, avrebbero potuto provocare danni alla vista e, comunque, la loro vendita è vietata nell’Unione europea. Due cinesi, gestori rispettivamente di negozi a Pordenone e Roma, sono stati condannati dal giudice monocratico Monica Biasutti a quattro mesi e 7 mila 500 euro, con la condizionale.

Imputati, difesi dall’avvocato Enzo Del Bianco, Hao Wu, 34 anni, residente a Pordenone e gestore del Gimme Five snc di viale Aquileia, e Jiajine Zhou, legale rappresentante della Geomax srl di Roma, società dalla quale il primo acquistava i prodotti finiti nel mirino delle fiamme gialle.

I due esercenti cinesi erano accusati, in concorso, di avere immesso sul mercato prodotti elettronici pericolosi per la salute, vietati dall’organizzazione mondiale della sanità e, in Italia, dal ministero della Salute.

Il sequestro dei puntatori, nel negozio di Pordenone, era avvenuto il 20 aprile 2011. Si trattava, nello specifico, di venti penne laser prive di marca e modello, un mini laser stage lighting nero, tre di colore blu, due dischi laser player.

Nella sede romana, invece, la guardia di finanza si era recata il 23 giugno dello scorso anno, trovando, in uno scatolone, cinque mini laser neri, 13 “penne” blu e tre dischi.

Nel corso del dibattimento il giudice aveva ordinato una perizia per stabilire la pericolosità dei puntatori laser. Alcuni avevano una potenza pari al massimo consentito per non cagionare lesioni agli occhi, tanto è bastato per renderli illegali e, di conseguenza, condannare detentore e fornitore del prodotto.

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