Paularo, muore l’ultimo proprietario: palazzo Calice ora è del Comune

L’ente prende pieno possesso dello storico edificio su cui esercitava già la nuda proprietà. Adesso il sindaco pensa di farne un centro di turismo “tematico” dedicato al Settecento carnico

PAULARO. Con la scomparsa di Valesio Raimondo Calice, 93 anni, avvenuta nei giorni scorsi a Colico, in provincia di Como dove risiedeva, il Comune della valle dell’Incarojo prende possesso definitivo del Palazzo Calice a Villafuori.

Un fabbricato importante, storico, del 1600, (la data sulla chiave d’arco del portale cita 1591) la cui nuda proprietà già apparteneva dal dicembre 2012 al patrimonio comunale, ma sul quale gravava l’usufrutto a favore del vecchio proprietario, erede della famiglia che dava il nome al palazzo. Il Comune aveva potuto iscrivere al patrimonio comunale il palazzo dopo essersi inserita in una compravendita fra privati, vantando un diritto di prelazione sull’immobile.

Dopo una lunga disputa giuridica, il palazzo è stato destinato, per la nuda proprietà, al municipio locale e ora, con la morte di Valesio Raimondo, l’amministrazione comunale può vantare il possesso definitivo senza vincoli.

«Spiace per la dipartita dell’ultimo rappresentante di questa importante famiglia della nostra valle - ha dichiarato il sindaco Ottorino Faleschini -. Ora comunque il Comune potrà entrare in definitivo possesso del fabbricato utilizzandolo per scopi di interesse pubblico».

Un primo intervento di conservazione - la Regione aveva a suo tempo stanziato 312 mila euro per l’acquisto del complesso e per le prime opere di manutenzione -, era già stato effettuato dal Comune che ora punta a valorizzare tutta l’area dell’immobile, 1200 mq di superficie disposti su tre piani, oltre a un giardino che si vuole riproporre in chiave storica.

L’edificio sebbene negli anni passati sia stato oggetto della visita dei ladri che hanno asportato parte delle suppellettili e altri oggetti riconducibili al XVIII secolo, conserva ancora una ricca biblioteca dalle 12 colonne con altrettanti mosaici che rappresentano i segni zodiacali, la sala del prelato, l’armeria con armi d’epoca, la drogheria dell’epoca, la stanza del capitano con strumenti e documenti risalenti al Settecento.

«L’amministrazione comunale ha già avanzato un’idea sull’utilizzo di questo luogo - termina il sindaco Faleschini - consegnando questo manufatto e le sue pertinenze alla collettività locale affinchè possa utilizzarlo per le sue adunanze e riunioni, in particolare per i momenti più tradizionali, quali la “Feminate”, e di attrezzare l’edificio per poter ospitare turisti e storici, in un contesto di turismo tematico, che vogliono effettuare una full immersion nel Settecento carnico»

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