Passa in Regione la mozione per fermare il declino di Pordenone

PORDENONE. Il rilancio del Friuli Venezia Giulia passa anche da Pordenone, da un lavoro di squadra che ieri il Consiglio regionale ha avviato. Perché, all’unanimità, è stata approvata la mozione che impegna la giunta di Debora Serracchiani a dedicare attenzione, risorse e opportunità al Friuli Occidentale.
Non c’è una traduzione pratica, non oggi. Ma il Pordenonese e i suoi esponenti avevano bisogno d’essere rassicurati, di ricevere il timbro ufficiale del Consiglio regionale. È arrivato. E ora l’impegno, come sottolinea Luca Ciriani, va tradotto in fatti.
I documenti approdati in Aula erano due, uno della maggioranza a firma di Pd e Cittadini e l’altro dell’opposizione, di Mara Piccin (Misto) e Valter Santarossa (Autonomia responsabile). Alla fine la capacità di mediazione del democratico Renzo Liva ha portato Piccin e Santarossa a ritirare la propria mozione per convergere su quella del centrosinistra.
«Abbiamo tutti i mezzi per affrontare il declino economico di questo territorio, che non è affatto inesorabile – ha detto Liva – se fronteggiato con lucidità e unità di intenti. Questo intervento non è di stampo “rivendicazionista”, dal corto sapore territoriale, ma un impegno particolare tutto inserito in una logica di unità e specialità della Regione che deve e può crescere e redistribuire più equamente ed efficacemente le proprie risorse pubbliche».
Liva ha quindi chiesto che il polo universitario pordenonese assuma un valore simbolico per la ripresa e la fiducia nelle risorse umane, culturali e imprenditoriali del Pordenonese. Ma Liva ha anche ricordato le eccellenze su cui puntare, come il Cro, l’ente Fiera e gli eventi culturali di caratura nazionale, come PordenoneLegge.
Di segnale importante ha parlato Piccin, «perché il Consiglio riconosce il ruolo e il peso esercitato da Pordenone nel panorama regionale». Santarossa ha ricordato come Pordenone sia oggi l’unica area senza Provincia, mentre è ancora in attesa del Prefetto.
«Il Pordenonese – ha aggiunto Sanatarossa – non deve fare un passo indietro rispetto alle altre realtà regionali, avendo tutte le caratteristiche, le capacità, gli insediamenti e le strutture per trainare tutto il Fvg verso la crescita. Basta solo che alla condivisione delle parole seguano i fatti».
Il vicepresidente Fvg Sergio Bolzonello ha rimarcato il valore dell’unità.
«Questa discussione non riguarda solo Pordenone ma l’intero territorio regionale, anzi l’autonomia della Regione che passa attraverso la capacità di essere innovativi e competitivi, come viene richiesto a una Regione Speciale. I nostri territori sono in sofferenza sì per la crisi, ma anche perché – ha detto Bolzonello – obbligati a ri-orientare il proprio modo di produrre».
«Si tratta di un cambio di paradigma, e per Pordenone è ancora più facile sostenerlo perché passa da città-fabbrica a città che si riorganizza, tanto come grande polo agroalimentare quanto come piccole e medie imprese obbligate a essere ancora più competitive di prima, dove l’innovazione e la logistica diventano fondamentali. Noi oggi non ci mettiamo a fare rivendicazioni di un singolo elemento, ma di una competitività che dev’essere esportata a tutto il resto del territorio, perché ogni settore deve funzionare a incastro come in un puzzle».
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