Parrucchiere o spesa fuori dal proprio comune, si può fare o no? I prefetti chiariscono tutte le regole sugli spostamenti

UDINE. La parola magica è buonsenso. Il prefetto di Udine, Angelo Ciuni, la ripete più volte parlando al telefono. Ed è la keyword che ha mosso lui e i tre colleghi di Trieste, Pordenone e Gorizia nello stilare la circolare che chiarisce una volta per tutte quali servizi consentono lo sconfinamento in un comune diverso da quello di residenza o domicilio e quali no, in ossequio agli articoli del decreto firmato lo scorso 3 novembre dal presidente del consiglio. Dunque sì alla spesa fuori dal comune di residenza, a patto che sussistano oggettive ragioni per muoversi: lo sono, dunque, le offerte speciali, non replicate nella propria città o paese.
«Un modo, soprattutto, per andare incontro alle oggettive difficoltà economiche di tante famiglie che in questi mesi difficili possono trovare d’aiuto fare la spesa a un prezzo calmierato» , spiega Ciuni. Via libera, così, alla spesa nel discount del paese confinante: ma gli spostamenti da un comune all’altro vanno, in ogni caso, giustificati con l’autocertificazione.
La decisione è arrivata nel primo pomeriggio di ieri, quando i prefetti di Udine, il già citato Ciuni, di Trieste, Valerio Valenti (che è anche commissario regionale di governo per il Fvg), di Gorizia, Massimo Marchesiello, e di Pordenone, Domenico Lione, hanno concordato una linea comune, che evitasse così difformità di giudizio tra una provincia e l’altra.
Un’interpretazione che segue dunque il solco tracciato dai chiarimenti pubblicati la scorsa settimana dal sito del governo e che per la provincia di Udine costituisce tuttavia un allargamento delle maglie che il prefetto aveva stretto appena 24 ore prima, in una circolare inoltrata ad associazioni di categoria e sindacati, con la quale lo stesso Ciuni dava un’interpretazione più stringente delle regole stabilite a Roma.
Ha prevalso la volontà di lanciare un segnale di fiducia alla popolazione e, soprattutto, di uniformare almeno a livello regionale le regole e la loro applicazione. «Come impostazione io sarei sempre molto restrittivo – premette Ciuni –, applicherei i contenuti del Dpcm alla lettera. Ma è giusto interpretare le norme con buonsenso, senza cavillare e cercando di capire le reali esigenze di chi è chiamato a spostarsi: d’altro canto, è l’ora di rendersi conto della situazione globale che stiamo vivendo e di mettere da parte un certo individualismo che forse fa parte della nostra cultura». Il prefetto spiega, per portare un esempio personale, «di non andare dal barbiere, né da mio sarto di fiducia che si trova fuori dai confini comunali. Eccezion fatta per l’ufficio, cerco di stare chiuso in casa».
- Posso andare a fare la spesa fuori dal comune?
No, a meno che non ci siano reali esigenze. Posso andare nel supermercato di un comune contiguo se questo pratica offerte particolarmente vantaggiose o se ha un prodotto introvabile nei negozi del comune in cui risiedo.
«Le Faq esplicative pubblicate sul sito della presidenza del Consiglio forniscono in merito il seguente chiarimento: “Laddove il proprio comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati”, precisando inoltre che “non sono previste limitazioni alle categorie di prodotti acquistabili”.
Detta indicazione – spiegano i prefetti – contempera il divieto di spostamento dal proprio comune con le concrete e pari opportunità di potersi approvvigionare di beni di prima necessità ed, in analogia, di usufruire dei servizi attivi». Tradotto: ci si può spostare, ma soltanto se è palese che nel paese o città di residenza non esiste un negozio che vende un bene o prodotto, strettamente indispensabile, a un prezzo vantaggioso quanto quello praticato in un negozio del comune vicino.
Occhio dunque a quel che si scrive nell’autocertificazione: acquistare un bagnoschiuma in offerta non è considerato u motivo valido per spostarsi nel supermarket di un altro paese. Lo è, ad esempio, andare nel comune vicino a comprare il latte in polvere a prezzo scontato o il chilo di carne al ribasso per far da mangiare in famiglia. In sostanza, «viene pertanto ammesso lo spostamento in comuni contigui, sia dove non sia presente nel territorio di residenza un punto vendita che possa soddisfare le proprie esigenze, sia quando ci sia una maggiore offerta, anche in termini di migliore convenienza economica, nei punti vendita siti nei Comuni vicini.
Naturalmente valgono anche in questo caso le regole prudenziali che suggeriscono non solo di limitare all’indispensabile gli spostamenti, ma anche di effettuarli, di massima, raggiungendo il luogo più vicino dove comunque sia possibile la soddisfazione della propria esigenza. Sulla base di quanto esposto e allo scopo di non eludere il dettato normativo in argomento non si rinviene alcuna possibilità di deroga al criterio secondo cui l’esigenza che giustifica lo spostamento debba essere soddisfatta nel luogo più vicino».
Gli eventuali spostamenti devono essere accompagnati da autodichiarazioni, «la cui veridicità sarà oggetto di controlli successivi e l’accertata falsità di quanto dichiarato costituisce reato», ricordano le quattro Prefetture.
- Posso andare dal mio parrucchiere di fiducia, con lo studio fuori dal mio comune di residenza?
No, a meno che non sussistano esigenze legate in qualche maniera all’ambito sanitario.
Facendo esercizio di pragmatismo, Ciuni spiega che «ci si può spostare e andare nel salone di fiducia se, ad esempio, si soffrono di oggettivi problemi alla cute e il mio parrucchiere è l’unico della zona a garantire quel tipo di trattamento, legato alla salute». Per il resto, il taglio di capelli non è considerata un’urgenza indifferibile: nel caso in cui la messa in piega o la spuntatina alla barba fossero irrinunciabili, ci si può rivolgere alla parrucchiera o al barbiere sotto casa.
- Posso spostarmi dal mio comune per una visita medica programmata?
Sì, in ogni caso. In questo caso è consentito lo spostamento anche oltre i comuni contigui.
Il Dpcm del 3 novembre «prevede che sia “vietato ogni spostamento in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione” e che siano consentiti solo gli spostamenti giustificati da “comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”. Gli spostamenti per prestazioni sanitarie, prestazioni odontoiatriche e prestazioni veterinarie sono da considerarsi spostamenti per motivi di salute. Ovviamente devono essere accompagnati da autodichiarazioni».
- Devo allenarmi per una gara sportiva. Posso spostarmi fuori dal comune?
Dipende: sì se l’evento è considerato di interesse nazionale dal Coni. In quel caso è derogato anche il rispetto del coprifuoco.
«Rimangono “consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riconosciuti di interesse nazionale con provvedimento del Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) e del Comitato italiano paralimpico (Cip)” nonché, a porte chiuse, “le sessioni di allenamento degli atleti partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera”.
Di conseguenza, sono da considerarsi consentiti, anche al di fuori della fascia 22-5 e del comune di residenza/domicilio, gli spostamenti relativi allo svolgimento delle suddette attività ammesse (competizioni e allenamenti), purché in possesso di autocertificazione comprovante il motivo dello spostamento», indica il prefetto di Udine nella circolare firmata mercoledì.
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