Caldo e sanità: la prima ondata estiva mette sotto pressione gli ospedali del Friuli Venezia Giulia

Anziani e pazienti cronici i più colpiti: reparti di Medicina al limite tra Udine e Pordenone. Codice calore attivo, ma la situazione è sotto controllo.

La prima ondata di caldo dell’estate ha già fatto sentire i suoi effetti sugli ospedali del Friuli Venezia Giulia, con un aumento degli accessi ai pronto soccorso e un carico crescente soprattutto nei reparti di Medicina. Le persone più colpite risultano essere, come accade ormai regolarmente, gli anziani e i pazienti cronici, soggetti più vulnerabili ai picchi di calore e alla disidratazione.

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Cosa succede a Udine

Anche quest’anno la prima ondata di caldo ha fatto registrare alcuni accessi ai pronto soccorso degli ospedali di Asufc, accessi collegati al cosiddetto codice calore istituito un paio d’anni fa. «Dal primo giugno a oggi – precisa il direttore sanitario di Asufc, David Turello – abbiamo registrato 16 accessi nei nostri pronto soccorso di cui 7 al Santa Maria della Misericordia. Si tratta per lo più di persone anziane disidratate o malati cronici e, in qualche caso, di colpi di calore. Sono tutti casi riconducibili al codice calore che viene attivato in estate.

È un codice specifico con cui s’identificano i pazienti che presentano sintomi riconducibili al caldo». Sintomi che, appunto, sono legati principalmente alla disidratazione che, almeno finora, rappresenta la causa principale di accessi ai ps i Asufc che hanno richiesto, per alcuni casi, anche il ricovero. Non è la prima volta che persone anziane accusano un malore perché si idratano poco e bevono meno di quello che sudano, come spiega Turello, salvo poi ritrovarsi a dover richiedere cure ospedaliere. Cure ricevute perlopiù in reparti climatizzati, tant’è che finora i sindacati non hanno ricevuto segnalazioni da parte del personale sanitario per condizioni di disagio nei reparti, fatta eccezione per le mediche del Santa Maria della Misericordia dove, anche negli anni passati, la stagione estiva non è stata sempre facile da affrontare, tanto per gli operatori quanto per i pazienti, ma per ora non ci sono state lamentele e lo stesso vale per alcuni ospedali di rete e sedi territoriali dove l’aria condizionata non c’è. Fino a oggi, comunque, la prima comparsa del grande caldo non ha mandato in affanno i pronto soccorso del territorio.

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Cosa succede a Pordenone

Il caldo torrido delle ultime settimane sta mettendo in crisi la sanità pordenonese. Aumentano gli accessi nei pronto soccorso della provincia a seguito di malori dovuti alle alte temperature, che colpiscono per lo più anziani ultraottantenni. In grave sofferenza i due reparti di Medicina dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone dove, da metà giugno, i ricoveri medi giornalieri superano le cento unità, a fronte di novanta posti letto complessivi.

«Da un paio di settimane abbiamo registrato un notevole aumento degli accessi in pronto soccorso e in reparto, dove accogliamo una media di quindici nuovi utenti al giorno – ha spiegato il primario della Medicina Maurizio Tonizzo –. Si tratta di persone anziane che presentano problemi di disidratazione. Il reparto è intasato». Per far fronte all’aumento dei ricoveri, «ci troviamo costretti ad appoggiarci ad altri dipartimenti». Alcuni pazienti accolti negli ultimi giorni, infatti, sono stati sistemati negli spazi della Chirurgia. L’auspicio di Tonizzo è di trasferirsi quanto prima all’interno del nuovo ospedale. «Avremo spazi più ampi che ci consentiranno di superare senza particolari criticità momenti di emergenza come questo», ha chiarito.

Negli ultimi anni, inoltre, l’arrivo del caldo estivo ha messo a dura prova anche i professionisti che operano nei presidi sanitari, spesso costretti a lavorare in ambienti con temperature ben sopra la media consentita. A differenza del passato, oggi la situazione pare sotto controllo. Lo confermano i sindacati che, almeno per il momento, non hanno ricevuto alcuna segnalazione.

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