Parla sloveno l’Amatori Cormons 10 undicesimi vengono dalla Brda

Superate divisioni e rivalità di un tempo gli atleti della fascia confinaria scelgono di giocare nel Collio La squadra biancorossa, simbolo di convivenza transfrontaliera in campo, comunica con l’italiano

CORMONS. Un pallone capace di superare ogni confine. Si può descrivere così la realtà dell’Asd Amatori Cormons, un caso più unico che raro nel panorama sportivo locale: quasi tutta la rosa della società biancorossa è infatti composta da giocatori sloveni. Gli italiani, nell’organico a disposizione del tecnico-factotum Roberto Mauri, sono un po’ delle mosche bianche. Forse è azzardato definire i cormonesi doc stranieri in patria, ma poco ci manca: l’ossatura della squadra parla la sloveno, anche se in campo l’imperativo è comunicare sempre in italiano, di modo che sia il mister sia il ristretto numero di calciatori “nostrani” possano capire ciò che viene detto. Un esempio abbastanza significativo di questo piccolo miracolo d’integrazione tutto cormonese è stata la trasferta di pochi giorni fa a Savogna, dove gli Amatori Cormons hanno sfidato in amichevole il locale Sovodnje: nell’undici titolare messo in campo da mister Mauri, infatti, dieci giocatori erano di passaporto sloveno e solo uno era italiano, in panchina si parlava invece, quasi esclusivamente, la lingua di Dante e Leopardi. Altra curiosità: nella rosa dei cormonesi è tutto un rifiorire di Matjaz e Matej, mentre il loro equivalente italiano – Matteo – è portato all’anagrafe solo da un ragazzo dell’organico biancorosso.

«È tutto successo per caso qualche anno fa quando, per rinforzare la squadra, abbiamo preso un paio di giocatori d’oltreconfine – spiega la società, che ha appena concluso al quarto posto il campionato provinciale amatori –. Da lì, anno dopo anno, è iniziato un passaparola tra i nostri ragazzi di lingua slovena e col tempo se ne sono avvicinati altri. Contemporaneamente, , per vari motivi, è diminuito il numero dei ragazzi italiani presenti in rosa. Paradossalmente per gli sloveni è più comodo venire da noi: se restassero a giocare nelle categorie minori del loro Paese, dovrebbero sorbirsi trasferte più lunghe ed impegnative rispetto a quelle che dobbiamo fare noi ogni fine settimana, giocando quasi sempre nell’Isontino. E quindi questo fattore porta molti ragazzi di Medana e dei paesi vicini a scegliere di venire qui».

È così iniziata la più bella colonizzazione sportiva che si potesse immaginare, in un territorio che ha convissuto per decenni con una cortina di ferro che – di fatto – rendeva assai difficile la comunicazione tra due mondi completamente diversi. La Storia, però, sul finire del Novecento è fortunatamente cambiata, e ciò che cinquant’anni fa sarebbe stato impensabile – una squadra calcistica cormonese composta quasi esclusivamente da ragazzi d’oltreconfine – oggi non solo è realtà, ma è l’immagine stessa della convivenza e dell’amicizia al di là di ogni steccato e di ogni limite imposto dalla piccolezza umana. Il capitano dell’Asd Amatori Cormons è un italiano, il cormonese Davide Turus (da tutti soprannominato per le sue doti realizzative “Il Condor” ), ma l’anima della squadra è davvero senza confini: e sembra quasi che il monte Quarin osservi compiaciuto ai suoi piedi questo melting pot calcistico composto dai figli di chi, solo pochi decenni fa, non avrebbe mai potuto immaginare di giocare nella stessa squadra di chi viveva dall’altra parte della cortina di ferro.

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