Paperissima, sadismo puro

Una delle tante calamità televisive dell’estate. Chi si schianta, secondo voi, fa ridere?

di Gian Paolo Polesini

Sepolto il Tg5, e con lui pure noi affossati dalle disgrazie vampirescamente scelte, vorresti rifiatare, annaspi verso il frigo sperando in un soffio di freddo riparatore. Poi torni sul trono serale e vai avanti.

Siamo nel 2014. Eppure c’è ancora Paperissima. Si narra di un tizio che vide per caso la prima puntata. L’hanno tumulato ieri accanto alle tombe di Ramsete III e della mummia di Similaun. Per compatibilità di carattere. Oltre alla vetustà del prodotto, e già di per sé il fatto irrita, tutta ‘sta gente che piglia craniate e schienate epocali, non fa ridere.

Intanto, d’istinto, prenderesti a badilate sul muso i parenti-operatori. Nessuno molla la cinepresa e va in soccorso del ferito. No, continuano a filmare questi bastardi. Abbiamo visto, avrete visto, impatti pazzeschi e che fa lo Spielberg dei poveri? Resta imbullonato sul posto. Cretino, molla tutto e vai a vedere se è ancora vivo. Figurati, zzzzzz, loro girano.

È una trasmissione sadica. Mah, trasmissione. Un copia-incolla di pattumiera. Toh, il primo anno poteva pure incuriosire, il secondo anche, dal quinto, sesto in su una mano nell’armeria del corridoio, almeno una volta, ti sarà scivolata, no?

Graziosi gli animaletti «vicini-vicini». Un giro, due, venti, okey. Da quarant’anni stanno «vicini-vicini» e ‘mo anche basta.

E i bimbi? Peggio. Erode se la sarebbe goduta un sacco, ma un padre normale davanti alla tv invecchia di un decennio soltanto a immaginare suo figlio volare così dal seggiolone. Anche qui, dopo il tonfo, nessuno si sogna di abbandonare il set.

Un Antonio Ricci che cade in un tombino, non ce l’avete per caso in archivio?

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:piccolo schermo

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto