Panino da casa o la mensa? A Sacile dipende dalla scuola

SACILE. Panino libero a scuola? Dipende dal plesso, a Sacile. «Pizza portata da casa – ha confermato ieri una mamma a San Michele – nella primaria Marconi».
Nella Vittorino da Feltre, in via Ettoreo, tanti bambini hanno il cestino personalizzato al posto della mensa e la libera scelta delle famiglie è permessa.
«Nella primaria Deledda non si può – ha segnalato nel gruppo Facebook Sei di Sacile se un’altra mamma –. Ho domandato alla maestra e mi ha risposto di parlare con il dirigente Claudio Morotti. Bisogna dire che sono tanti i genitori a chiedere questo diritto».
La situazione. L’assessore all’istruzione Carlo Spagnol ha aperto il confronto con l’istituto comprensivo e le famiglie.
«Non tutti i plessi delle primarie a Sacile avranno la possibilità di trovare spazi idonei per i gruppi di bambini che vogliono mangiare il panino portato da casa – dice Spagnol –. Nelle scuole si applicano le regole sanitarie previste dall’Aas5 e non è possibile uno spazio unico nelle mense gestite dall’azienda di ristorazione Ottavian».
I tempi. «Fino a quando non concluderemo il confronto, non ci sarà una valutazione definitiva anche sui docenti a disposizione per la sorveglianza dei due gruppi nell’anno scolastico in corso – ha valutato Spagnol –. Ci vuole tempo, poi è vero che la sentenza dei giudici di Torino va rispettata».
In alcuni plessi non ci sono i locali e potrebbe mancare anche qualche maestra per sorvegliare i bambini del pasto domestico.
«Ci aspettiamo una lettera pubblica dalla scuola – hanno detto alcuni genitori allo sportello sindacale Cgil –. Per chiarisce la posizione istituzionale sulla possibilità di consumare il panino portato da casa, al posto di mangiare in mensa. L’hanno deciso i giudici in Cassazione».
I precedenti. «Da anni nelle primarie a Pasiano si può consumare il panino portato da casa – ha verificato il dirigente Maurizio Malachin –. Si apre in mensa un separè che divide gli spazi e tutti i genitori possono essere accontentati».
Altri dirigenti scolastici hanno le loro preoccupazioni sulla soluzione sostenibile: non tutte le scuole hanno gli spazi per fare convivere gli alunni del panino e gli alunni della mensa. Il “partito” del panino libero si scontra con il rischio contaminazione.
«I cibi portati da casa non possono essere controllati dai gestori della mensa – ha detto l’assessore Spagnol –. Il rischio non può essere corso, per le ditte di ristorazione».
Il dubbio è anche quello educativo. «Il valore che potrebbe essere perso separando i pasti – ha valutato il sindacalista e maestro Mario Bellomo – è quello di equità e di educazione alimentare».
I rischi. Sono quelli di intossicazioni alimentari, possibili contaminazioni e allergie. Poi è vero che sono aumentati i numeri le famiglie che non iscrivono gli alunni alla mensa: circa il 15%.
Nel 2015-2017 i genitori li portavano a casa nella pausa pranzo, ma la soluzione del panino libero piace a molti.
«Meno viaggi casa-scuola – dicono i genitori – e si risparmia». L’altro rischio sarà il crollo del business delle ditte di ristorazione nelle scuole?
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