Palù del Livenza, ecco il progetto del Centro visite

Sarà una struttura di mille metri, “incassata” nel terreno, in simbiosi con il paesaggio All’ìinterno riprodotto in 3D uno scavo archeologico



«La costruzione del centro visite al Palù di Livenza si confronta con un ambiente complesso. Il sito si trova all’interno di un’ampia valle delimitata dal colle del Longon e dalle pendici del Cansiglio. Tra roccia e acque riposano le memorie di un antico villaggio preistorico, strutturato nel tempo per sfruttare le risorse di un ambiente naturale. Il progetto del centro visite cercherà di restituire questo contesto, provando a far comprendere ai cittadini d’oggi il ruolo di un patrimonio archeologico in gran parte invisibile».

Così gli architetti Moreno Baccichet e Annalisa Marini introducono la loro relazione al progetto preliminare per il centro visite al Palù di Livenza. Relazione che contiene anche il lungo elenco di autorizzazioni paesaggistiche e archeologiche, necessarie per poter costruire l’immobile. In questi giorni l’Uti del Livenza-Cansiglio-Cavallo ha approvato il progetto di massima. Sul web i sindaci di Caneva e Polcenigo – Andrea Gava e Mario Della Toffola – hanno espresso la loro soddisfazione.

Ora l’amministrazione canevese dovrà ottenere tutti i permessi necessari per insediare il cantiere e procedere alla costruzione dell’edificio. Una struttura di mille metri quadrati, incassata nel suolo circostante sopra il piano di campagna, dove scorrono le acque del Palù. Dalla strada che collega Caneva a Polcenigo sembrerà di scorgere una cunetta sul pianoro del Palù. Tutte le vetrate guarderanno il luogo degli scavi e la montagna, dal Cansiglio al Cavallo.

«Abbiamo concepito un centro visite – dice l’architetto e ambientalista Moreno Baccichet – in simbiosi con il prezioso ambiente archeologico che lo circonda. Stanze e vetrate del centro avranno una funzione didattica, come dei belvedere, per consentire al visitatore di immedesimarsi nel sito palafitticolo esterno. Limitrofi all’edificio, sono stati concepiti spazi per ricreare momenti di archeologia sperimentale, utili soprattutto agli alunni delle scuole. Dentro l’edificio sarà ricavato un luogo di quaranta metri quadrati – osserva Baccichet – per riprodurre in 3D, a uso didattico, uno scavo archeologico come quello realizzato all’esterno. Infine, – conclude Baccichet – il centro visite conserverà tutti i reperti ottenuti con le ultime campagne di scavi, dirette da dall’archeologo della soprintendenza regionale Roberto Micheli che ha coordinato il lavoro degli archeologi della cooperativa Cora di Trento – responsabile Nicola De Gasperi – con l’apporto degli appassionati di archeologia del Grapo di Polcenigo».

Il villaggio palafitticolo del tardo neolitico, tra il 4.500 e il 3.600 avanti Cristo ha regalato pesi da telaio, pintadere, ossa di animali domestici e selvatici, punte di freccia, un “chewing gum” vegetale neolitico impastato con resina di betulla, assieme a un forno preistorico in ceramica. —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto