Palazzo Remigi, la scommessa sul rilancio

PORCIA. Solo pochi anni fa ha rischiato di finire all’asta, ma l’amministrazione del sindaco Giuseppe Gaiarin ha deciso che valeva la pena investire nel suo rilancio. Parliamo dell’edificio comunemente noto come Palazzo Remigi (anche se, come vi diremo tra poco, questa denominazione non è corretta), ovvero l’ex sede delle Poste prima e del distretto sanitario poi, oggi chiuso al pubblico in attesa di essere riqualificato e destinato a diventare la nuova collocazione della biblioteca civica.
In tempi non lontani la passata giunta del sindaco Stefano Turchet aveva tentato – senza successo – di cedere l’edificio al miglior acquirente, inserendolo nel Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per il triennio 2013-2015, fissandone il prezzo di partenza in 750 mila euro. Una visione, quella della giunta Turchet, non condivisa dal suo successore Gaiarin, che ha disegnato un progetto del tutto opposto per la struttura, pensandola in principio come sede della biblioteca, poi come “cittadella” della cultura e delle associazioni e infine recuperando l’idea originaria di utilizzo dell’immobile che si trova nel cuore del centro storico. Prima di poter essere adibito a questa funzione, tuttavia, il palazzo dovrà essere sottoposto a importanti lavori (stimati in quasi mezzo milione di euro) di adeguamento dal punto di vista della stabilità in caso di sisma. Un aiuto, in questo senso, è arrivato dall’Uti del Noncello, che ha messo in campo i fondi necessari alla causa.
Nelle intenzioni della giunta Gaiarin, dunque, al piano terra dell’edificio troveranno posto uffici, locali di servizio, una sala espositiva, i servizi igienici, un deposito e la centrale termica. Al piano superiore, invece, sarà ricavata una sala conferenze in grado di ospitare 48 persone e due sale per i libri. Il secondo livello, invece, ospiterà solo aule studio, uno spazio per i computer e gli archivi.
Stabilita la destinazione futura, resta invece da risolvere – si diceva – la questione legata al nome con cui lo stabile è stato ribattezzato, Palazzo Remigi. Una dicitura scorretta – segnalano dalla Pro Porcia –, dovuta probabilmente al fatto che l’area di fronte all’immobile si chiama, appunto, piazzetta Remigi. Luigi Remigi, come ricorda una targa commemorativa posta nella vicina loggia dell’ex municipio, era un partigiano che, poco più che ventenne, trovò la morte per impiccagione proprio in quel luogo nel 1944. L’accostamento di questo personaggio, dal destino così sfortunato, al palazzo antico del centro storico (che, a quanto pare, un nome ufficiale non ce l’ha) sembra in un certo senso stridere e non rendere davvero giustizia al ricordo di questo giovane il cui esempio di vita, invece, meriterebbe di restare impresso nella memoria.
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