Palazzina esplosa, Ikea chiamata in causa nel caso Flego

I familiari delle due vittime, di cui una pordenonese, ritengono non abbia vigilato sui subappalti: la cucina acquistata a Villesse, poi lo scoppio a Trieste

PORDENONE. Anche Ikea dovrà rispondere del disastro di via Baiamonti, a Trieste, nel quale ha perso la vita il pordenonese Aldo Flego, 76 anni, insieme alla sorella Marcella.

I familiari di quest’ultima, proprietaria dell’appartamento dove si originò la deflagrazione che un anno e mezzo fa scosse tutta Trieste, hanno presentato presso il Tribunale civile del capoluogo giuliano la comparsa di costituzione e la contestuale istanza di chiamata di terzi, in primis di Ikea Italia Retail Srl, nella persona del legale rappresentante, «affinché venga condannata all’integrale risarcimento del danno».

Quella cucina nuova, il cui montaggio sbagliato ha fatto saltare in aria l’edificio e causato due morti e svariati feriti, infatti, la padrona di casa, la signora Flego appunto, 86 anni, l'aveva acquistata nel mega store Ikea di Villesse (Gorizia), attirata dai prezzi allettanti praticati dalla nota catena scandinava, ma anche dal marchio.

Dunque, ora anche la multinazionale entra nel procedimento, come aveva auspicato Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui, attraverso la consulente personale Daniela Vivian, si sono rivolti per ottenere giustizia i familiari dell’altra vittima, il fratello di Marcella, il pordenonese Aldo.

Marcella Flego aveva concluso un contratto di compravendita di mobili ed elettrodomestici per la cucina del suo appartamento, al secondo piano della palazzina ubicata in via Baiamonti 71, a Trieste, stipulando altresì un contratto di appalto di servizi per il montaggio degli stessi.

Poi, essendosi manifestato un vizio nel top della cucina, la signora ne aveva richiesto la sostituzione stipulando con Ikea un ulteriore contratto di appalto di servizi in garanzia, che doveva concretizzarsi con il montaggio del nuovo piano di lavoro, fissato per il 20 febbraio 2015: il giorno della tragedia.

Il banale intervento, che però si rivelerà tutt’altro che tale, vede coinvolte ben quattro ditte esterne, in un “valzer” di appalti e subappalti.

L’ordine di servizio parte da Ikea Italia, che incarica del “montaggio articolo con slaccio e allaccio” la Blg Logistics Solutions Italia srl di Milano.

Quest’ultima, in forza di un contratto di “subappalto per trasporto, smontaggio e montaggio”, a sua volta “gira” l’incarico alla società cooperativa “La Sfinge”, con sede legale a Roma.

Per la parte impiantistica, invece, procede la Installo di Rovigo, che però affida a un’altra impresa, la triestina Astec, il compito di provvedere alle operazioni relative alle disconnessioni degli impianti elettrico, idrico e del gas dal piano cottura e dal lavello che dovevano essere sostituiti, per poi provvedere al riallacciamento una volta montati i nuovi piani Ikea.

I familiari delle vittime intendono capire perchè Ikea nel caso specifico non abbia controllato le credenziali tecniche ed economiche delle imprese di cui si è servita per le varie attività di trasporto, montaggio, “slacciamento” e allacciamento, non abbia verificato le loro abilitazioni e tutti i vari passaggi tra subappalti e subappalti dei subappalti.

Il pm della procura di Trieste, Pietro Montrone in sede ha chiesto la pena di due anni e 4 mesi per il 36enne Davide Mozina, un anno e 4 mesi per il capo tecnico della stessa azienda, Dario Visentin, 42 anni, e un anno e 4 mesi anche per il presidente della Astec, Giovanni Zoccarato (71), ma tra gli imputati, che sono accusati di omicidio e disastro colposo, figura anche Enrico Rubiero, 46 anni, rappresentante della Installo.

Gli imputati hanno optato per la scelta del rito abbreviato e la sentenza del giudice è attesa per il 14 novembre.

In sede civile, invece, il nuovo giudice, Paolo Vascotto, subentrato alla collega Mastropietro, ha fissato per il 17 febbraio 2017 la prossima udienza di un procedimento civile che si annuncia lungo e combattuto.

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