Ospitaliere di San Tomaso giunta incerta sull’utilizzo

MAJANO
Fondato alla fine del XII secolo dai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (poi Cavalieri di Malta) come tappa importante della Via del Tagliamento nell’antica Via di Allemagna, assicurò ospitalità ai pellegrini in cammino verso la Terra Santa, verso Santiago de Compostela, Roma: è l’ex ospitaliere di San Giovanni a San Tomaso il cui restauro è stato avviato dalla precedente amministrazione comunale; ora la Giunta Paladin ha chiesto e ottenuto la proroga di un anno dell’avvio dei lavori del terzo lotto.
«Attualmente- dice l’assessore ai lavori pubblici Roberto Battigelli- è in fase di completamento il secondo lotto che prevede la messa in sicurezza di tutto l’immobile: in merito a questo intervento la Giunta si è attivata per far predisporre una perizia di variante per evitare la realizzazione di opere che vincolino ulteriormente le volumetrie, a vantaggio di opere che consentano una maggior valorizzazione e conservazione della struttura. E’ stata inoltre richiesta e ottenuta la proroga per il terzo lotto al fine di permettere un’approfondita analisi su quella che sarà la destinazione finale».
Si sono già svolti incontri tra l’amministrazione comunale e amministratori provinciali e regionali nonché associazioni private, finalizzati a raccogliere un ventaglio di idee il più ampio possibile per definire la destinazione dell’immobile: «negli incontri- precisa Battigelli-, oltre a evidenziare il valore storico-culturale della struttura, sono emersi i molti vincoli tecnici imposti che limitano fortemente le possibilità di utilizzo della struttura stessa». Il costo del restauro è di circa 2 milioni di euro, coperto attraverso due finanziamenti regionali di un milione ciascuno. Ciascun finanziamento implica la compartecipazione del Comune, per la quota interessi, con un impegno di spesa di 25 mila euro all’anno per vent’anni. Usufruendo quindi di entrambi i finanziamenti il costo finale a carico del Comune sarà di un milione di euro: «pur considerando prioritarie altre opere, come le scuole e i cimiteri- conclude l’assessore-, non essendo tuttavia possibile dirottare altrove i contributi con cui l’opera è finanziata, la stessa va completata, ma a patto che si individui una destinazione d’uso economicamente sostenibile per il Comune». Precedentemente si parlava di farne un ristoro, ostello o centro culturale.
Raffaella Sialino
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