Ospedale senza laboratori, un medico denuncia: "In pericolo molti pazienti"

TOLMEZZO. Con la riforma sanitaria si vogliono chiudere negli ospedali periferici i laboratori di microbiologia e analisi cliniche, necessari però per la diagnosi di molte malattie e la corretta terapia. Il tempismo è non di rado decisivo su questi fronti e le analisi spesso vanno fatte su campioni appena raccolti. Come farlo se le provette dovranno essere trasportate fino a Udine, in un unico laboratorio? Difficile comprenderlo.
«Perché si vuole togliere alle mani del medico una delle armi più importanti per la cura dei pazienti e meno costose per il servizio sanitario?». Se lo chiede Paolo Agostinis, medico del reparto di Medicina interna dell’ospedale di Tolmezzo. Per nulla amante dei riflettori, Agostinis è un medico attento, capace, scrupoloso e che si è guadagnato sul campo la stima dei suoi pazienti. A maggior ragione, ciò che dice merita attenzione. Agostinis sottolinea l’importanza di avere i servizi di microbiologia e analisi cliniche in ospedale perché è lì che serve il microscopio e chi con competenza sa usarlo. Lo dimostra una delle scorse giornate, tra le tante, al nosocomio carnico.
Al reparto di Medicina interna sono arrivati pazienti con un’artrite acuta di ginocchio e febbre alta, una peritonite batterica spontanea e un’infezione resistente e in Medicina d’urgenza un caso di setticemia da funghi, sovrapposta a un’anemia aplastica, e una meningite batterica. Pochi minuti di laboratorio in vari di questi casi sono stati più che decisivi. Non molto tempo fa l’ospedale carnico ha trattato anche un artigiano di Paularo che lavorava in Etiopia, con una malaria a doppia eziologia, un giovane nigeriano scampato alla guerra, con l’ematuria d’Egitto, un altro ragazzo africano, con un’asma bronchiale da vermi.
Le diagnosi, sospettate dal medico, ma costruite in laboratorio, sono state tempestive e ciò ha fatto la differenza. In un mondo in cui in poche ore di aereo le persone passano da una parte all’altra del mondo, i medici di ogni ospedale «debbono ora più che mai – afferma – essere mentalmente aperti a una “medicina globale”, pronti a diagnosticare anche malattie neglette» e il microscopio serve eccome. «Le indagini microbiologiche e alcune indagini microscopiche su sangue e liquidi corporei – spiega Agostinis – sono per definizione urgenti e vanno eseguite in tempi rapidissimi».
Spedire i campioni in provette speciali con automobili speciali in un centro tecnologicamente avanzato può non bastare. Alcuni dei campioni biologici più nobili e importanti (come per sospetti di meningite o di emorragia sub-aracnoidea), rileva Agostinis, debbono essere valutati “freschi”, entro pochi minuti dalla raccolta». Il tempo e il trasporto possono incidere negativamente sui campioni e sulle risposte che vi si cercano. Figurarsi a 50 km di distanza.
«Chi lo spiega ai pazienti e ai parenti – chiede Agostinis – che attenderanno in sala d’aspetto? Temo che le risposte che arriveranno dal laboratorio centrale saranno in taluni casi, i più urgenti, tardive, che non consentiranno ai clinici di impostare una terapia mirata e in tempi ragionevoli per il paziente».
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