Ospedale di Udine, si rischia un buco da 9 milioni

Per il terzo anno si prospetta un esercizio in passivo, pesano i tagli ai finanziamenti e i costi per attivare le nuove strutture

UDINE. Sfiora i 9 milioni di euro il passivo prospettato per il prossimo 31 dicembre dal secondo rendiconto di gestione stilato dall’Azienda ospedaliero universitaria Santa Maria della Misericordia. Un “buco” di bilancio che, da un lato, rappresenta la conseguenza della riduzione di circa 5 milioni di euro in risorse assegnate nel 2013 per effetto della spending review; dall’altro l’incidenza dei costi per 3,7 milioni di euro in relazione all’attivazione delle “grandi opere” come il nuovo ospedale, la centrale tecnologica, il centro servizi laboratori, che richiedono coperture aggiuntive.

Il conto economico prospetta un risultato negativo per la gestione ospedaliera di 8.958.132 euro che si somma a quella positiva del Dipartimento servizi condivisi (più 33.638). Vista la riduzione dei finanziamenti regionali e le crescenti voci di spesa, la direzione ha applicato politiche di austerity, riprogrammando il piano delle assunzioni e delle sostituzioni di personale e avviando un monitoraggio dei consumi. Vista l’entità della presunta perdita, interventi di contenimento e di razionalizzazione potranno però essere attuati solo con la piena operatività delle strutture del nuovo ospedale che, nella fase transitoria, produrranno duplicazioni di costi che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione, come è evidenziato dalla relazione.

A fare chiarezza sulle cifre è il direttore generale Mauro Delendi, che spiega: «La situazione era stata già prevista nel Piano attuativo ospedaliero e fa capo a un sostanziale sottofinanziamento dell’Azienda che nell’ultimo triennio ha prodotto un disavanzo della gestione caratteristica. Si tratta di una situazione nota alla Regione che dovrà essere discussa in Conferenza dell’Area vasta udinese dove si dovranno individuare le soluzioni. Abbiamo attivato importanti correttivi attraverso i quali siamo riusciti a contenere il disavanzo ai livelli dello scorso anno – aggiunge Delendi – ma certo la decurtazione dei finanziamenti e le nuove spese non agevolano il compito. Ciò che conta ora è mantenere una sintonia con l’amministrazione regionale con la quale ci confronteremo».

Fra le voci di spesa in aumento c’è quella dei prodotti farmaceutici che alla fine del 2013 si prevede salga a 39.720.000 euro con una variazione di 820 mila euro rispetto allo scorso anno. Aumenti attribuibili ai maggiori costi per l’acquisto di farmaci biologici impiegati in ambito reumatologico, dermatologico, ematologico e gastroenterologico, per antiblastici e antiretrovirali visto l’aumento del numero dei pazienti e per il maggior consumo di emoderivati.

In aumento anche il costo per le altre categorie di prodotti sanitari, nonostante il contenimento della spesa per protesi e presidi sanitari, cui invece si contrappone un incremento nel consumo di materiale diagnostico (si stima che la spesa a fine anno salga a 51.217.500 euro, con un aumento di 1,1 milioni sul preventivo). In aumento anche il costo dei servizi appaltati: si spenderanno complessivamente 5.4 milioni di euro per la lavanderia, 5.3 per la pulizia altrettanto per la mensa, 1.7 per i trasporti, 2.7 per lo smaltimento rifiuti, 250.000 euro per la vigilanza, alla fine lo scostamento fra la spesa prevista e le proiezioni al 31 dicembre, visto il rendiconto di gestione, sale a 2.786.180 euro.

Bisognerà ritoccare anche le poste per le manutenzioni (3,6 milioni di più), mentre la spesa per il personale che dovrebbe attestarsi su 188.704.623 euro risulta in diminuzione.

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