Oscar Pistorius accusato dell'omicidio della fidanzata Foto - Video

Il campione paraolimpico, molto popolare in Friuli per essersi allenato più volte a Gemona e a Lignano, è stato arrestato a Pretoria con l’accusa di aver ucciso la sua fidanzata, la modella Reeva Steenkam
Gemona 13 luglio 2012 pistorius Copyright Petrussi Foto Press Turco
Gemona 13 luglio 2012 pistorius Copyright Petrussi Foto Press Turco

GEMONA. Ha vinto tutte le sue battaglie, quella con la malasorte, che lo aveva privato da bambino delle due gambe, quella con i pregiudizi e le regole dell’atletica, che impedivano a un bi-amputato di gareggiare in pista con i normodotati. Nel 2011 aveva staccato il tempo a Lignano per poter partecipare ai Mondiali e poi alle Olimpiadi di Londra. Era finito nell’Olimpio grazie alle sue protesi in carbonio e al suo sorriso. Ora Oscar Pistorius è in un carcere di Pretoria accusato dell’omicidio della sua ultima fiamma, la biondissima Reeva Steenkamp. Bella, intelligente, una delle 100 donne più affascinanti del pianeta. Pistorius, l’atleta che da due anni amava il Friuli, andava a rotolarsi sull’erba dello Zoncolan, faceva il bagno nel rio Palar di Alesso e mangiava frico alle sagre paesane, andava agli airshow delle Frecce, l’ha uccisa con quattro colpi di pistola ieri notte nella sua casa di Pretoria.


La telefonata all’alba. La notizia è arrivata alle 5 in Friuli. Sul cellulare di Anna Pittini, l’interprete del progetto “Gemona, Città dello sport e del Benstare” di cui l’atleta sudafricano, primo disabile a gareggiare e vincere una medaglia mondiale in una gara tra normodotati, è testimonial dal 2011. Il manager Peet Van Zeel l’ha informata del fermo di Pistorius. Parlava di un fatale incidente. In pochi minuti della notizia sono stati informati il sindaco di Gemona, Paolo Urbani e il project manager del progetto, Enzo Cainero. Era stato lui a puntare forte sull’atleta sudafricano per lanciare l’ambizioso progetto. Perchè Pistorius non è un’atleta qualsiasi: è colui che ha “ribaltato” l’atletica diventando con le sue protesi al carbonio uno dei big della disciplina, milioni di dollari di giro d’affari compresi.
Pistorius vive a Pretoria, una delle città più insicure del mondo. Ma la sua è una reggia. Il suo ex allenatore ieri ha riferito di una casa a due piani inserita in un residence, protetta come un fortino. L’atleta ha a disposizione la servitù, gli ingressi al residence sono controllati. Eppure all’arrivo della polizia, davanti al corpo esanime della fidanzata, sotto choc ha parlato di un tragico errore. «Pensavo fosse un ladro e le ho sparato».


La prima versione. Questa è la prima versione che ieri mattina, alle 8 ora italiana, è schizzata sui siti, è rimbalzata dai media di tutto il mondo. E subito la notizia è diventata “la notizia” del giorno, perchè Pistorius è un simbolo. Di come con la forza di volontà si può arrivare dove si vuole, si possono abbattere le barriere, si può arrivare alle Olimpiadi con una forza d’acciaio e due protesi in carbonio da trentamila euro.
Addirittura la pista seguita dagli inquirenti pareva essere quella della sorpresa di San Valentino finita male. La modella sarebbe entrata nella casa del campione di nascosto per fargli una sorpresa. Del resto su Twitter aveva chiesto poche ore prima ai suoi followers: «Cosa tirerete fuori dal cilindro per il vostro amore domani?»


Omicidio volontario. La polizia però non ha creduto alla versione dell’incidente. Alcuni vicini, infatti, hanno riferito di urla e rumori sospetti in quella casa l’altra notte. E in passato in casa Pistorius «c’erano stati diversi incidenti di natura domestica». Oscar maneggiava le armi. Diceva che erano necessarie per la sua difesa. Addirittura poche settimane fa a un giornalista del New York Times aveva mostrato fiero la sua pistola 9 millimetri, quella con cui ha sparato alla fidanzata, lo aveva accompagnato in un terreno vicino dimostrando le sue qualità di tiratore. Come aveva fatto a Tolmezzo lo scorso autunno. Aveva incontrato la giunta comunale chiedendo di andare a sparare al poligono. Ma la polizia non ha creduto all’incidente, anche perchè al momento degli spari in quella casa è stato accertato vi fossero solo il campione e la ragazza. E poi la zona in cui abita Pistorius secondo gli inqurienti è la più sicura della capitale. E l’accusa così a carico del campione si è trasformata in quella di omicidio volontario.

Oggi davanti al giudice. Pistorius è stato rinchiuso in cella in attesa del primo confronto con il magistrato atteso per oggi alle 8 ora locale. Gli investigatori nel frattempo porteranno una serie di rilievi effettuati sulla scenda del delitto. Tracce ematiche che potrebbero inchiodare il campione. Per questo la polizia si opporrà alla richiesta di liberà su cauzione che i legali del campione presenteranno.

Il tardo della gelosia. Chi conosce bene l’atletica chiama i 400 metri il “Giro della morte”. Da quel concentrato di forza e resistenza Pistorius sapeva uscire da campione. Un presunto flirt della sua nuova fiamma con un miliardario, scrivono i media del Sudafrica, però non l’aveva digerito. Il ragazzo umile, simpatico, sempre sorridente che abbiamo conosciuto a Gemona era diventato geloso, violento. Fino a uccidere. Il giorno di San Valentino.

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