Ore d’attesa, code in strada e ingressi col contagocce caos al mercato di viale Vat

Alessandro Cesare
Code chilometriche fuori, ampi spazi vuoti dentro, tra le bancarelle. È così è scoppiata la protesta degli ambulanti del mercato all’aperto di viale Vat, a Udine. «Non possiamo lavorare in questo modo – tuonano gli operatori –, così le persone scappano. Il numero di ingressi è troppo limitato, e questo ci penalizza». Pronta la replica dell’assessore Alessandro Ciani: «Udine è uno dei pochi comuni dove i mercati all’aperto non hanno mai chiuso. Abbiamo fatto di tutto per consentire agli ambulanti di continuare a lavorare, anche impegnandoci la notte per scongiurare il blocco dell’attività. Oggi abbiamo messo in atto delle regole che vanno a tutela di tutti, operatori e utenti. Quando scadrà l’ordinanza in vigore valuteremo se modificare qualcosa».
Ieri intanto nella prima giornata di mercato aperto a tutti gli ambulanti (dopo l’avvio della Fase 2 lo scorso 18 maggio), gli operatori si sono resi conto che le restrizioni messe in atto a Udine sono più stringenti rispetto ad altre località come Palmanova o Pordenone. In viale Vat, infatti, è stato istituito un unico accesso presidiato dagli agenti della polizia locale e dai volontari dell’associazione nazionale carabinieri. Il perimetro è delimitato, con l’ingresso degli utenti consentito solo con indosso mascherina e guanti. Le persone sono invitate a mettersi in fila sulla stradina che collega viale Vat a via Gorizia e ieri mattina i tempi di attesa hanno superato l’ora. «Così facendo la gente si stufa e se ne va. Non è possibile attendere così tanto sotto il sole. Di prima mattina abbiamo perso centinaia di clienti – sostiene uno degli animatori della protesta, Dino Contro –. In un momento del genere non possiamo assolutamente permettercelo. Vogliamo lavorare liberamente». Le regole fissate dal Comune di Udine prevedono l’ingresso nell’area mercato di due persone per ciascuna bancarella: ieri gli ambulanti erano 70 più una decina di produttori agricoli. Ecco perché il limite di persone tra gli stand non ha potuto superare le 160 unità. «Abbiamo a disposizione oltre 2.500 metri quadrati e stando ai calcoli fatti da un nostro professionista – continua Contro – nell’area del mercato possono starci, in sicurezza, almeno 370 persone. Che senso ha creare file lunghissime a rischio assembramento e non far entrare le persone tra le bancarelle? Siamo convinti di poter gestire in autonomia le distanze delle persone all’interno del mercato».
Gli ambulanti se la prendono pure con i centri commerciali, dove gli ingressi non sono contingentati, chiedendo una modifica delle regole da parte del Comune. Anche perché nel vicino Veneto, come sottolinea Enrico Di Serta, l’accesso ai mercati all’aperto è libero. «Dobbiamo dare fiducia alle persone – evidenzia Cristina Candotto – ed educarle a comportarsi in maniera corretta. Inutile farle restare in fila per ore». Dello stesso avviso anche Carmen Strazzeri: «Vogliamo rispettare le regole, ma in questa situazione dobbiamo essere aiutati. Non ci possiamo permettere ulteriori penalizzazioni». L’assessore Ciani assicura di non aver mai fatto mancare il confronto con gli operatori, considerando la regola delle due persone per stand la più indicata per evitare rischi. «È il giusto compromesso per mantenere l’ordine ed evitare criticità che potrebbero comportare uno stop all’attività del mercato all’aperto», conclude Ciani. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto