Operosità e abnegazione Ecco i Premi di Tarcento

Consegnati i riconoscimenti a don Antonio Villa e all’enologo Piero Pittaro Il sindaco Steccati: in persone come loro vediamo un punto di riferimento
Di Piero Cargnelutti
Tarcento 4 gennaio 2017 premio epifania Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo
Tarcento 4 gennaio 2017 premio epifania Copyright Petrussi Foto Press Turco Massimo

TARCENTO. Il premio Epifania, il riconoscimento per antonomasia ai friulani capaci che hanno contribuito a far crescere il Friuli. Quest'anno, per la sua 68° edizione il premio è stata consegnato a un contadino e a un prete, nella cerimonia svoltasi mercoledì sera all'auditorium di via Pascoli.

I due premiati sono don Antonio Villa, sacerdote proveniente da Milano che nel '76 fondò a Tarcento la scuola "Mons. Camillo di Gaspero" per i bambini nelle difficili condizioni del post terremoto, e Piero Pittaro, già presidente dell'Ente Friuli nel mondo che si era distinto per l'impegno nel settore vitivinicolo friulano con i molti incarichi ricoperti nel corso dei decenni.

Nella serata, aperta con i canti del coro Lis Vilis di Coia e Sammardenchia e condotta da Daniele Paroni, c'è stata anche la visita a sorpresa di Sandra Candriella che ha ricordato, portando con sè il vecchio riconoscimento, suo padre Bruno tra i primi premiati all'Epifania tarcentina nel lontano 1958 per aver fondato la Tita Marzuttini.

«In 62 anni di edizioni di questo premio - ha detto Nazareno Orsini, presidente Pro Tarcento - è cambiato tutto, anche le istituzioni come le province i cui rappresentanti facevano parte della giuria di questa iniziativa e ora saremo chiamati a trovarne altri provenienti da importanti enti culturali».

Per il sindaco Mauro Steccati, «il premio è stato conferito a persone che si sono distinte per la loro operosità, per il senso del lavoro, l’abnegazione: in loro vediamo dei punti di riferimento».

Ai saluti del sindaco sono seguiti quelli del presidente della Provincia Pietro Fontanini, del consigliere regionale Claudio Violino, Adriano Luci dell'ente Friuli nel mondo, e Valter Pezzarini dell'associazione regionale delle Pro loco. «Arrivai in Friuli - ha raccontato don Antonio Villa - il 19 maggio del 1976 e passai la prima notte in un sacco a pelo. Con i ragazzi fu una bella estate ma quando arrivò settembre le famiglie avevano paura che ce ne andassimo via. Fu in quel momento che scoprimmo di avere le capacità di avviare una scuola».

Piero Pittaro mercoledì sera ha raccontato il suo recente incontro con il premier russo Putin ma non ha tralasciato un breve excursus sull'enologia friulana: «Nei primi anni '80 fui chiamato a dirigere il centro regionale di enologia: allora si produceva solo vino bianco e nero, e 300 mila bottiglie all'anno, oggi sono 120 milioni».

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