Operazione milionaria di Coldiretti la nuova sede sarà palazzo Schiavi

Dopo undici anni si riaccendono le luci di palazzo Schiavi. La storica sede della Brigata Mantova e della Brigata Genio della città, collocata lungo via Savorgnana, è infatti stata venduta. Ad acquistare l’immobile, esempio dell’architettura del Novecento, è stata la Coldiretti Fvg. Un’operazione immobiliare del valore di circa tre milioni di euro. «Era un’opportunità importante – commenta Giovanni Benedetti, delegato Coldiretti del Friuli Venezia Giulia – e aver conseguito l’obiettivo rappresenta un risultato soddisfacente».
Risultato che consentirà all’organizzazione maggiormente rappresentativa del mondo agricolo – i cui uffici ora si trovano in via Elio Morpurgo 34, con un ingresso da via Gorghi – di utilizzare l’edificio come nuova sede. Al momento non ci sono ancora conferme ufficiali riguardo al futuro utilizzo dell’edificio di 2.500 metri quadrati ma la volontà di accentrare gli uffici (anche in un’ottica di generale di razionalizzazione degli spazi e abbattimento dei costi) appare la più papabile. Un’operazione, concretizzata grazie all’intervento dell’agente immobiliare Leonardo Piccoli, titolare dell’agenzia Kronos-gruppo Quore, «che consentirà a questa parte della città di rianimarsi e di iniziare a vivere una dinamicità nuova e ciò non è affatto banale in un momento di decentramento e di svuotamento generalizzato. Il fatto che dopo undici anni di buio si possano finalmente riaccendere le luci del prestigioso palazzo Schiavi penso che sia davvero un evento importante».
A un anno dall’avvio delle trattative, iniziate a marzo 2020, l’acquisto dunque è andato a buon fine. «La proprietà – continua Piccoli – era in capo all’Invimit (Investimenti immobiliari italiani), ente pubblico partecipato al 100 per cento dal ministero dell’Economia e della Finanza. Non è stato semplice definire l’operazione in un periodo in cui i rapporti personali sono stati sostituiti necessariamente da quelli virtuali e in cui tutti i contatti sono avvenuti in via telematica ma ce l’abbiamo fatta».
L’edificio, progettato dagli architetti Ruggero e Arduino Berlam nel 1912, è realizzato con solai in legno e struttura portante verticale in muratura mista, in origine presentava una pianta rettangolare, modificata negli anni Sessanta con l’aggiunta di un corpo di fabbrica che occupa la parte del lotto prospiciente via Rauscedo.
Chiuso dal 2010, da quando, a seguito della soppressione delle Brigate specialistiche, la Brigata Genio aveva allora trasferito i 160 militari a Cividale e a Remanzacco, nel 2015 il Demanio l’aveva ceduto a un Fondo immobiliare della Cassa depositi e prestiti. Il futuro del palazzo era così stato “consegnato” nelle mani dei Fondi immobiliare e della Invimit, la società che supporta l’Agenzia del demanio nelle cessioni dei suoi edifici. Ora, dunque, per l’edificio che rappresenta un pezzo di storia udinese legata, in particolare, alla presenza delle caserme in Friuli, si apre una nuova fase. L’immobile non rimarrà più inutilizzato e non rischierà di diventare un’area dismessa nel centro del capoluogo friulano. —
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