Omicidio Coltro, patteggiano le sorelle coinvolte nel caso

Concordati col pm un anno e 11 mesi per Cricersa Garcia, sei mesi per Cesarina Entrambe dovevano rispondere di favoreggiamento, la prima pure di ricettazione

Le sorelle Garcia hanno scelto la strada del patteggiamento concordando rispettivamente un anno e 11 mesi e sei mesi di pena, sospesa in entrambi i casi. Si chiudono così in primo grado tutti i procedimenti aperti per l’omicidio dell’artigiano sacilese Alessandro Coltro, freddato a 48 anni con quattro colpi di pistola alla testa dietro una siepe, il 25 settembre 2018 nel boschetto vicino al parcheggio del Bingo di Fontanafredda.

Cricersa Garcia era accusata di ricettazione di 8 mila euro ricevuti da Lucian Marius Haprian, reo confesso e condannato a 30 anni di reclusione, dopo la rapina. Inoltre è accusata, come la sorella Cesarina Garcia, di favoreggiamento. Il pm ritiene che Cesarina abbia taciuto su quanto sapeva dei loro spostamenti la sera dell’omicidio e che Cricersa abbia aiutato Haprian a eludere le investigazioni e lo abbia accompagnato in auto al parcheggio, aiutandolo a disfarsi degli abiti sporchi di sangue. Entrambe sono difese dall’avvocato Alessandro Tauro.

Lo scorso 12 febbraio era arrivata la sentenza di condanna nei confronti dell’omicida del 48enne di Sacile: 30 anni di reclusione per Lucian Marius Haprian, 49 anni, di origine romena, pizzaiolo, sculture ed ex legionario, mentre il pm Monica Carraturo aveva chiesto l’ergastolo. Nel calcolare la pena finale, il gup Giorgio Cozzarini era partito dal carcere a vita senza l’isolamento diurno e con lo sconto secco di un terzo per il rito abbreviato, giocoforza si è arrivati a trent’anni. Il giudice aveva escluso l’aggravante della premeditazione, mentre era rimasta quella del nesso teleologico: l’omicidio era stato commesso a scopo di rapina.

Nella discussione il pm Carraturo aveva ricordato che Haprian si era appostato dietro la siepe impugnando con i guanti la pistola carica e munita di silenziatore, aveva effettuato un sopralluogo sulla futura scena del crimine, il boschetto fra l’ex ristorante Al parco, dove aveva lavorato come cuoco, e il parcheggio. Tutti elementi forniti dalle accurate indagini del Nucleo investigativo provinciale di Pordenone, agli ordini del tenente colonnello Pier Luigi Grosseto e dall’aliquota operativa della Compagnia di Sacile, guidata dal maggiore Michele Grigoletto, con la stazione di Fontanafredda. —

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