Oltre 33 milioni per scuole digitali: tutti gli istituti finanziati

Corsa contro il tempo per la presentazione degli elaborati. Altri 6 milioni per evitare difficoltà di apprendimento

Giacomina Pellizzari

La scuola si trasforma, diventa 4.0 ovvero dotata di attrezzature digitali che la rendono innovativa. In Friuli Venezia Giulia sono arrivati 33.362.053 euro per dotare le scuole di laboratori all’avanguardia e aule digitali.

A questi vanno aggiunti altri 5.924.666 euro per contrastare la dispersione scolastica. Considerato il numero di istituti che gravitano sui territori, la provincia più finanziata è quella di Udine. Le scuole dislocate da Lignano a Tarvisio hanno ricevuto 10,9 milioni per le classrooms e 3,5 per i laboratori.

E se agli istituti del Pordenonese sono andati 6,4 milioni per le classrooms e 1,9 per i laboratori, le scuole goriziane devono accontentarsi di 4,1 milioni: 2,8 per le classrooms e 1,3 per i laboratori digitali. Gli istituti triestini, invece, hanno ricevuto 4,4 milioni per le aule digitali e 1,8 per i laboratori.

Le linee di intervento

Sono due le linee di investimento previste dal Piano scuola 4.0 finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La Next generation classrooms ha l’obiettivo di trasformare almeno 100 mila aule, a livello nazionale, delle scuole primarie, medie e superiori, in ambienti innovativi di apprendimento, mentre la Next generation labs è stata istituita per realizzare laboratori per le professioni digitali nelle scuole superiori, dotandole di spazi e attrezzature digitali avanzate per l’apprendimento di competenze sugli indirizzi di studio presenti nella scuola. Le due diverse linee di intervento sono state finanziate con 24.705.881 euro per le classi e 8.656.172 euro per i laboratori digitali.

La scadenza

I dirigenti scolastici sono alle prese con una corsa contro il tempo: oggi è l’ultimo giorno utile per presentare i progetti e decidere, quindi, come spendere i fondi ricevuti, direttamente dal ministero, lo scorso agosto.

Si tratta di un’occasione irripetibile per le scuole sulle quali non si investe da tempo. Come ha evidenziato, lo scorso fine dicembre, il dirigente scolastico del liceo classico Stellini, Luca Gervasutti, «almeno il 60% delle risorse assegnate dovrà obbligatoriamente essere investito nell’acquisto di dotazioni digitali e solo il 20% potrà essere destinato agli investimenti sugli arredi innovativi».

Così prevedono le indicazioni operative pubblicate lo scorso Natale dal ministero. La presentazione è stata semplificata consentendo ai dirigenti scolastici di farlo attraverso una piattaforma digitale, ma quello che preoccupa i presidi sono alcuni paletti piuttosto rigidi, previsti dai regolamenti, che non consentono di utilizzare i fondi in altro modo.

Detta in altri termini le scuole devono dotarsi, ricavandoli negli spazi attuali, di un numero di ambienti digitali predefinito dalle linee di attuazione sulla base degli investimenti finanziati dal Pnrr.

Dispersione scolastica

L’altro versante su cui il ministero e l’Ufficio scolastico regionale stanno puntando è la dispersione scolastica. Questa linea di investimento prevede il potenziamento delle competenze di base degli alunni delle scuole primarie e degli allievi delle scuole superiori di primo grado.

L’obiettivo è analizzare i bisogni degli studenti e sviluppare in quattro anni iniziative per promuovere il successo formativo e l’inclusione sociale. In questo caso sarà riservata maggior attenzione alle scuole che hanno registrato più difficoltà di rendimento.

L’obiettivo è ridurre l’abbandono scolastico monitorato anche attraverso le prove Invalsi. Non a caso i regolamenti prevedono iniziative mirate di tutoraggio, consulenze e orientamento. Nella nostra regione sono stati finanziati circa quaranta istituti di ogni ordine e grado. Gli importi oscillano tra i 77 mila euro concessi al quarto istituto comprensivo di Udine e gli oltre 200 mila euro assegnati ad alcuni istituti di Trieste e Gorizia.

Scorrendo l’elenco si notano diverse scuole situate nelle zone periferiche, quelle meno abitate, dove il rischio accorpamento è sempre dietro l’angolo.

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