Oggi nei paesi è la festa del purcit di Sant’Antoni

La religiosità popolare arricchisce sempre di storie e leggende le vite dei santi. Lo fa anche per Sant’Antonio abate che, in una economia tradizionale di tipo agricolo com’era quella di un tempo.

La religiosità popolare arricchisce sempre di storie e leggende le vite dei santi. Lo fa anche per Sant’Antonio abate che, in una economia tradizionale di tipo agricolo com’era quella di un tempo, è diventato il protettore degli animali che rappresentavano la base economica delle famiglie per cui la loro salute era importante quanto quella umana. Nell’iconografia popolare Sant’Antonio è rappresentato con un maialino, una fiamma, un bastone a forma di Tau e una campanella.

Proprio a una leggenda è dovuta la presenza del maialino che, sfuggito al santo quando su richiesta degli uomini si era recato all’inferno per procurare loro il fuoco, cominciò a correre provocando dei gran danni. Il diavolo allora, pur di liberarsene, permise a Sant’Antonio di entrare nell’inferno e questi, approfittando dell’occasione, riuscí anche a far prendere fuoco al suo bastone e a portare cosí il fuoco sulla terra, agli uomini che fino a quel momento non lo conoscevano. Una specie di Prometeo che però rubò il fuoco agli dei e per questo è stato duramente punito.

Legato al fuoco è anche il nome popolare di “fuoco di Sant’Antonio” che è riferito all’herpes zoster. Sant’Antonio è quindi raffigurato con un maialino e, in molti paesi d’Italia, esisteva da secoli l’usanza di lasciare libero per le strade un maiale che veniva nutrito da tutta la comunità e che, come segno di riconoscimento, portava al collo un campanellino e, in occasione della festa del santo veniva ucciso e donato alla parrocchia o ai poveri. Proprio dal girovagare di strada in strada di questo animale deriva l’attributo di “il purcit di Sant’Antoni” a una persona che trascorre la giornata bighellonando a vuoto.

Un’altra leggenda sostiene che la notte di Sant’Antonio gli animali possono parlare e nelle stalle i contadini possono capire ciò che dicono le loro bestie. Una umanizzazione degli animali che servono all’uomo, gli fanno compagnia e gli vivono accanto. Per questo, nel giorno dedicato al santo, in qualche paese avviene la benedizione degli animali domestici che devono restare sul sagrato della chiesa in compagnia dei loro padroni.

Sant’Antonio abate è ricordato in molti paesi del Friuli come santo protettore e quindi festeggiato il giorno 17 gennaio o nei giorni precedenti e successivi. La sagra di Sant’Antonio è a Versutta di Casarsa dove la festa è caratterizzata da vari eventi culturali, musicali e sportivi, a Feletto Umberto, a Fagagna dove, a Casa Cocel c’è un raduno di norcini di casa nostra che si ritrovano per discutere della loro professione e la loro arte nel confezionare le saporite carni suine. Infatti oggi è anche in programma un convegno, dal titolo La lavorazione casalinga del maiale secondo le tradizioni e la normativa, con esperti del settore della norcineria e della gastronomia friulana.

Sempre oggi, a Bordano, ci sarà la tradizionale festa paesana con la degustazione di piatti locali e giochi popolari tra i quali la pignate e il palo della cuccagna con la presenza di varie squadre che si arrampicheranno per contendersi i premi appesi all’albero. Festa anche a Mezzomonte di Polcenigo dove il santo patrono viene ricordato con i riti tipici della tradizione.

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