Nuovo Dpcm, l'Italia divisa a zone: ecco le differenze tra area "rossa" e "arancione", la decisione spetta al Ministro

ROMA. Nella politica il caos è tale che Giuseppe Conte sarà costretto a incontrare domani per la prima volta i leader di maggioranza. E a rabbonire i governatori infuriati. Nella realtà impressiona il numero di morti: trecentocinquantatre, mai così alto dal 2 maggio; spaventa quello delle terapie intensive (203 in più ieri), con la soglia limite del 30% dei posti disponibili superata.

Oltre 28 mila i contagi, con oltre 180 mila tamponi. Questi i dati di ieri, simbolo della piattaforma su cui si poggia il Dpcm con le nuove misure di contenimento: costruito in ore di faticose lotte tra scienza e politica, tra categorie produttive e governo, tra governatori delle regioni.

Le Regioni di serie A e B
E quindi, da domani tutti a casa alle dieci di sera, niente cene con gli amici. Bus e metro pieni non oltre il 50% della capienza, licei sbarrati con lezioni on line in tutta Italia. Obbligo di mascherine in classe pure alle elementari. Centri commerciali closed nel week end e nei festivi. Chiusura di mostre e musei, al pari di cinema e teatri.

Ecco, se questo è il primo capitolo, “Misure nazionali” del nuovo editto del premier, il secondo capitolo è «l’Italia divisa in tre fasce: zone rosse, arancioni e verdi». Come a dire, regioni di serie A e di serie B. Determina l’ingresso in una delle tre fasce di rischio il profilo di ciascuna regione fornito dal monitoraggio settimanale dell’ Iss, basato su 21 indicatori: dall’indice di contagio (l’Rt) al tasso di occupazione dei posti letto, alla tenuta del contact tracing.

LA FASCIA ROSSA

Chi ha un rischio complessivo alto e si trova nel temibile “scenario 4” è nella fascia rossa, che implica un lockdown di fatto, anche se “temperato”: con chiusura dei negozi, salvo quelli che vendono beni essenziali, divieto di spostamento non solo dalla regione e dal Comune, ma anche da casa se non per motivi di studio o di lavoro. In fascia rossa Lombardia, Piemonte, Calabria e anche Bolzano e Valle d’Aosta.

LA FASCIA GIALLA E IL RESTO D'ITALIA

Nella fascia gialla (o arancione che dir si voglia), si chiudono solo bar e ristoranti e non si possono varcare i confini: sono le regioni dello “scenario 3”: Liguria, Puglia, Campania (in bilico tra il giallo e il rosso) e forse il Veneto.

Oggi comunque il Ministro della salute adotterà le ordinanze che indicheranno quali regioni finiranno nelle due fasce gialla e rossa. Fermo restando che le provincie con un quadro epidemiologico basso potranno essere esentate da una o più misure restrittive. Le ordinanze dureranno tre settimane, in base all’andamento dell’epidemia le regioni potranno entrare o uscire dalle due aree dove la stretta è più severa.

Scontro premier-ministri
Un Dpcm ad alto tasso di litigio, però. Lotta serrata e braccio di ferro sul “coprifuoco”: i ministri Dem Boccia-Franceschini e Speranza lo avrebbero fissato alle 20 e la renziana Teresa Bellanova avrebbe voluto le 23. Con la sponda cruciale del premier Conte, il coprifuoco viene fissato alle 22. Ma lo scontro va in scena anche con i governatori, che avrebbero voluto una misura nazionale. «Un lockdown generalizzato non è fattibile», è stato lo slogan di Boccia, che citando il governatore Zaia ha faticato a convincere i governatori che «ora l’impianto è diverso: misure nazionali e scenario 3 o 4».

De Luca e il brodino caldo
Alcuni governatori se la prendono con i medici di base e qualcuno arriva a dire «precettiamoli», per fargli aumentare le cure domiciliari, per evitare che gli ospedali si intasino. I più duri col governo sono il lombardo Fontana e il campano De Luca, che giudica questo Dpcm un brodino caldo e che avrebbe voluto una decisione nazionale, unitaria e semplice da capire. Il dialogo è difficile anche con l’opposizione, si chiude ogni spiraglio quando Salvini sferza «un governo in confusione, privo di visione e programmazione». Mattarella convoca i presidenti della Camere e li invita a trovare le modalità per stimolare un dialogo tra le forze politiche. Un dialogo però sempre più difficile. —

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