«Nuovi padrini o niente battesimo»

Il “problema”, in una società profondamente mutata negli ultimi anni, si presenterà sempre più spesso. Possono, coppie “irregolari” per la Chiesa, fungere da padrini per un battezzando? No. Un divieto che, apparentemente, si scontra con i molteplici messaggi di misericordia e comprensione percepiti dalla gente, soprattutto dopo la svolta in Vaticano. Ma le regole sono rimaste quelle di prima.
«I nostri amici più stretti – racconta M.S., trentenne di Pordenone – sono tutti conviventi, così come me. Un mese e mezzo fa è nata la mia seconda figlia. Ho proposto ad una coppia di amici di fungere da padrino e madrina al battesimo. Sono sposati, ma solo in municipio. Il nostro parroco ha chiesto il certificato di idoneità ai nostri amici, chiedendoci poi di sostituirli in quanto non sposati in chiesa. Per la prima figlia ci chiese solo il certificato di battesimo». La stessa cosa capita ad altri amici: «Sono battezzati e cresimati, ma sposati in Comune. Peccato perché il clima dell’ultimo anno nella Chiesa faceva pensare che qualcosa fosse cambiato».
Le regole no. «Sono ammessi come padrini due persone che vivono secondo la dottrina della Chiesa», rileva il cancelliere della diocesi, don Roberto Tondato. «Il parroco applica il diritto canonico: se la coppia è solo convivente o sposata civilmente non è conforme ai requisiti chiesti dalla Chiesa».
La società «è mutata, ma il compito dei padrini è di accompagnare cristianamente i battezzati nel percorso di formazione – rafforza don Bruno Cescon – verificando che non vi siano situazioni oggettivamente distanti dalla visione della Chiesa». (e.l.)
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