Nuovi distintivi della Polizia, il sindacato: «Milioni per i nuovi gradi e non abbiamo le uniformi»

Il questore spiega che l’operazione era attesa dalla smilitarizzazione di 38 anni fa. A parere del Sap però si sarebbe potuto dare la precedenza alla fornitura di divise

La Polizia di Stato festeggia l’introduzione dei nuovi distintivi di qualifica, allontanandosi definitivamente dalla dimensione militare (dalla quale è uscita con la legge 121 del 1981) per appropriarsi di una propria identità. Un passaggio non esente da polemiche, visto che lo Stato, per questa operazione, ha speso 5 milioni di euro. Risorse che per il Sindacato autonomo di polizia (Sap), anche in Fvg, avrebbero potuto essere spese in maniera migliore, anche perché i 13 nuovi agenti assegnati in provincia di Udine (8 in Questura e 5 al Settore Polizia di Frontiera di Tarvisio) non hanno nemmeno la divisa.

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Cividale 12 Luglio 2019. Inaugurazione Mittelfest 2019. © Foto Petrussi


E così mentre a palazzo D’Aronco, nella “sala dei Matrimoni”, il Questore Manuela De Bernardin Stadoan presentava i nuovi distintivi di qualifica (un giorno dopo rispetto al resto d’Italia per evitare la concomitanza con il patrono della città di Udine, Ermacora e Fortunato), sui social network imperversava la polemica, con foto che mostravano le nuove mostrine già deteriorate a causa delle alte temperature e con la denuncia per il costo eccessivo dell’operazione. A farsi portavoce di questo malcontento, come accennato, è il Sap, che valuta questo tipo di spesa «inutile e non prioritaria in un momento storico dove le risorse economiche sono insufficienti per il fabbisogno delle forze dell’ordine».

Il Sindacato cita ad esempio le lacune della dotazione di vestiario non solo per le nuove leve, a tutt’oggi sprovviste della divisa, ma anche per gli agenti in servizio, e in particolar modo per quelli delle specialità ferroviaria, di frontiera e postale, rimasti senza i capi estivi. «Anche in Questura, nei Commissariati e alla Polizia stradale, dove la divisa estiva dovrebbe essere già in uso – aggiunge il Sap in una nota a firma del segretario provinciale Nicola Tioni – ci sono colleghi che non ce l’hanno o che sono sprovvisti di alcuni suoi componenti. Lo ribadiamo, le somme destinate ai distintivi avrebbero potuto essere destinate a risolvere ben altre problematiche che affliggono l’apparato della sicurezza».

A occuparsi della scelta dei nuovi distintivi di qualifica è stata Commissione costituita da componenti delle viarie articolazioni di Polizia, dalle rappresentanze sindacali e dall’esperto di araldica, professor Michele D’Andrea, che li ha disegnati. «Un’operazione a lungo attesa – afferma De Bernardin Stadoan – che fa seguito alla smilitarizzazione della Polizia avvenuta ormai 38 anni fa. In questo modo si vuole meglio rappresentare la specificità della Polizia di Stato, una forza di sicurezza di ordinamento civile speciale. Abbiamo orgogliosamente fatto parte delle forze armate per lunghi anni, ma volevamo rappresentare questa nostra specificità con dei distintivi di qualifica diversi».

Nulla cambia per la denominazione delle qualifiche, ma solo per la loro rappresentazione grafica. A unire passato e presente c’è l’immagine, rivisitata stilisticamente, dell’aquila, emblema che quest’anno compie 100 anni dalla sua prima apparizione sulle divise del Corpo della Regia Guardia di Pubblica Sicurezza, risalente al 1919. Dalla qualifica di ispettore superiore tiene tra gli artigli il bastone del comando, simbolo di autorità, reinterpretato come distintivo di responsabilità e capacità di gestione. Per i commissari capo l’aquila è ricompresa in un serto con il motto “sub lege libertas”, mentre per i dirigenti superiori e i dirigenti generali il motto è inserito tra i due galloni dorati.

Tra gli elementi di novità dei distintivi ci sono il plinto araldico (barretta orizzontale di colore rosso), il rombo dorato, la formella, il pentagono dorato. Innovativa anche l’articolazione dei distintivi, non più verticale ma orizzontale. Tra i presenti alla cerimonia, insieme alle autorità civili e militari, il sindaco Pietro Fontanini a cui è stato fatto notare come l’aquila e la formella richiamo al quadrilobo di Lorenzo Ghiberti siano presenti sulle pareti e sul soffitto della “sala Matrimoni” di palazzo D’Aronco.

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