Nullo accertamento fiscale da 5 milioni

La contestazione scende da 8 a 3 per un ingegnere che dovrà rispondere di frode all’erario. Processo rinviato a ottobre
Di Enri Lisetto

E’ stato spacchettato il procedimento giudiziario – uno dei tre filoni aperti assieme a quello tributario, che proprio in questi giorni ha riservato clamorose novità, e fallimentare – che vede indagati un ingegnere maniaghese, la convivente, un bancario e tre imprenditori, per una presunta frode fiscale milionaria.

Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pordenone Alberto Rossi ha stralciato tre posizioni e rinviato al 9 ottobre la decisione su altre tre.

Il principale imputato è l’ingegnere civile e ambientale Silvano Cleva, 64 anni, di Maniago, con studio in via Regina Elena, difeso dagli avvocati Giancarlo Zannier e Antonio Montanari. La sua posizione, con quella della compagna, Roberta De Cassan, 48 anni, di Maniago, consulente del lavoro difesa da Zannier e Arnaldo De Vita, resta innanzi al giudice di Pordenone.

L’ingegnere era stato sottoposto a verifica fiscale della guardia di finanza di Pordenone a settembre 2012, per gli anni di imposta 2007-2009, relativamente a diverse società di costruzioni che a lui facevano riferimento.

Le fiamme gialle ipotizzarono false fatturazioni e costi gonfiati per un totale di imposte superiore ai 5 milioni che, con sanzioni e interessi, arrivano a 8 milioni e mezzo. Dall’accertamento nacquero il procedimento penale, uno tributario – con accertamenti delle Agenzie delle entrate di Pordenone e Udine – e uno fallimentare.

Proprio in questi giorni la commissione tributaria provinciale ha dichiarato nulli gli accertamenti per una delle società coinvolte, la Files.cos srl, difesa dal dottor Elio Bidoli di Pordenone in collaborazione col dottor Claudio Polverino di Gorizia, per una questione di diritto.

Le notifiche, infatti, sono avvenute dopo che la srl era stata cancellata dal registro delle imprese. Tale decisione non ferma il procedimento penale, ma fa venire meno il 60 per cento del carico tributario: l’Agenzia delle entrate, infatti, dovrà sgravare dal contestato quanto imputato alla srl cancellata.

Il tribunale di Pordenone, su istanza della Procura, aveva dichiarato il fallimento dell’ingegner Cleva, quale persona, azione contro la quale è stato discusso il reclamo davanti alla Corte d’appello di Trieste. Uno dei motivi del fallimento, era lo stato di insolvenza calcolato sulla base del debito presunto, 8,5 milioni. Il patrimonio del professionista, sottoposto a sequestro cautelativo, è la tesi difensiva dell’ingegner Cleva, supportata da perizie giurate sul valore reale del patrimonio sequestrato, ora sarebbe «più che capiente» e quindi verrebbe meno il requisito dell’insolvenza, con effetti positivi sulle cause fallimentari.

Il fallimento, peraltro, era stato chiesto per una società di fatto tra l’ingegnere e la compagna.

Il tribunale di Pordenone ha dichiarato solo il fallimento personale di Cleva. La procura, però, non aveva chiesto il fallimento come imprenditore individuale e quindi il tribunale, questa una delle tesi difensive sottoposte alla Corte d’appello di Trieste, ha deciso su una domanda che non era stata posta. Da qui la riserva.

Tornando al procedimento penale, il gup ha inviato per competenza territoriale alla procura di Treviso gli atti relativi a Domenico Monteleone, 68 anni, di Ponte di Piave, e a Fabio Fadel, 53 anni, di Godega di Sant’Urbano. Il primo, legale rappresentante della Edilprata srl e della Edilnova srl, avrebbe emesso 29 fatture fittizie a favore delle società di Cleva, per permettergli l’evasione delle imposte su redditi e valore aggiunto; al secondo, legale rappresentante della El.Di srl, viene contestata una sola fattura.

Atti alla procura di Gorizia per Attilio Panceri, 73 anni, di Gorizia, al quale, legale rappresentante della Siles in fallimento, vengono contestate una fattura e il falso ideologico, per avere dichiarato la sussistenza di un credito della sua società nei confronti della Spesa intelligente spa di Staranzano.

Per Carla De Paoli, 51 anni, di Maniago, il difensore Giancarlo Del Zotto ha chiesto il non luogo a procedere per mancanza del presupposto di reato. Quale direttore della filiale di Veneto Banca di Maniago, avrebbe eseguito operazioni «per ostacolare la tracciabilità e l’identificazione della provenienza delittuosa di somme di denaro» in tre occasioni. Restano a Pordenone anche le posizioni dello stesso Silvano Cleva e Roberta Cassan, indagati per frode fiscale: i difensori hanno chiesto il non luogo a procedere.

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