“Notre Dame de Paris”: ritorno con il cast originale

PORDENONE. “Notre Dame de Paris”, l'opera moderna più famosa al mondo, andrà in scena alla Zoppas Arena di Conegliano con quattro imperdibili repliche tra venerdì 6 e domenica 8 maggio. Quattordici anni dopo il debutto, lo spettacolo dei record – con musiche di Riccardo Cocciante – ritorna con il cast originale che il pubblico di tutta Italia sta acclamando nella tournée che ha preso il via a marzo per fare tappa, a breve, a pochi chilometri da Pordenone (biglietti disponibili su ticketone.it).
A vestire i panni Quasimodo, il campanaro innamorato della bella Esmeralda (Lola Ponce), è Giò Di Tonno, attore e cantante che ha dato prova di sé anche sul piccolo schermo, vincendo il Festival di Sanremo (nel 2008, in coppia con la Ponce) e il programma televisivo di Raiuno “Tale e quale show” nel 2012.
Come è nata l'idea di rimettere in piedi il cast originale?
«Sono stati diversi i fattori che hanno favorito questa reunion. Da una parte la volontà dei produttori David e Clemente Zard di accontentare gli spettatori che in questi anni ci hanno chiesto di ritornare insieme sul palco. Un desiderio andato di pari passo con il fatto che le audizioni per trovare nuovi interpreti non hanno dato il risultato sperato, lasciando un po' deluso Cocciante. Ricordo che, quando mi ha chiamato per propormi di tornare a essere Quasimodo, ero impegnato con I promessi sposi assieme a Vittorio (Matteucci, Frollo) e Graziano (Galatone, Febo): l'entusiasmo è stato grande, sin da subito».
Notre Dame de Paris è un'opera di lungo corso, eppure continua a riempire teatri e palazzetti. Qual è il segreto di questo successo inarrestabile?
«E' uno spettacolo meraviglioso, capace di superare la dimensione della soggettività. Le musiche sono belle e coinvolgenti, rimandano a un background “mediterraneo”, quello di Cocciante, al quale l'orecchio italiano è abituato. Le persone, poi, si rispecchiano nella storia d'amore, sempre attuale. Ha un qualcosa di miracoloso e magico, dato dall'alchimia tra musiche, testi e bravura degli interpreti».
Sono passati 14 anni dalla prima volta sulle scene di Notre Dame de Paris. Ci sono degli elementi diversi in questa nuova riedizione?
«Noi interpreti ci mettiamo 10-15 anni di più di carriera e maturità artistica, dunque una maggior consapevolezza che ci aiuta a dare una chiave di lettura diversa ai personaggi. I brani sono quelli di sempre, cantati con le voci di oggi. A livello di regia abbiamo lavorato sull'introspezione, tenendo conto che Notre Dame de Paris non è uno spettacolo basato sugli effetti speciali, quanto piuttosto sulle musiche e sulla nostra presenza in scena».
Come si è evoluto, nel tempo, l'approccio al personaggio di Quasimodo?
«L'ho amato e amo molto, anche se, dopo anni di repliche, sentivo di non avere più nulla da aggiungere. Ho capito che se avessi continuato a interpretarlo avrei rischiato di diventare una macchietta. Avvertivo il bisogno di staccare, di sperimentare altre cose. L'ho fatto e, dopo anni, ho sentito di nuovo il richiamo di questo personaggio. Per diventare Quasimodo non basta il mestiere, l'aspetto economico... per riuscire ad arrivare al pubblico devi “sentirlo”».
Pordenone ha dato i natali a Serena Rizzetto, apprezzata interprete di Fiordaliso (la rivale in amore di Esmeralda, ndr). Hai avuto modo di conoscerla?
«Sì, ci siamo incontrati anche se non ho mai avuto l'occasione di sentirla cantare dal vivo. So, in ogni caso, che è molto brava. Anche lei fa parte di quella generazione di nuovi talenti che si avvicinano a quest'opera intramontabile».
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